L’assassinio di Ismail Haniyeh: una svolta importante in Medio Oriente

Fatshimetry, edizione del 24 settembre 2022:

Il mondo è stato scosso dall’arrivo dei resti del leader politico di Hamas Ismail Haniyeh a Doha dall’Iran. La sua sepoltura è prevista per domani, come riportato dai media qatarioti.

Questa mattina presto a Teheran si è tenuta una cerimonia funebre alla quale hanno partecipato un gran numero di persone in lutto e alti funzionari, tra cui il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, secondo quanto riportato dai media.

Il leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha promesso di vendicare Israele.

Daniel Hagari, portavoce dell’esercito israeliano, ha sottolineato che l’IDF è pronto ad affrontare qualsiasi situazione, sia difensiva che offensiva. Alla domanda sul possibile coinvolgimento israeliano nella morte di Ismail Haniyeh, Hagari ha chiarito che gli aerei israeliani non hanno effettuato ulteriori attacchi in tutto il Medio Oriente dopo l’incidente di Beirut che è costato la vita a Haniyeh a Teheran.

Le famiglie degli ostaggi israeliani e i loro alleati hanno commemorato i 300 giorni dal rapimento di 115 ostaggi a Gaza. Hanno manifestato davanti al Ministero della Difesa, sollecitando la rapida conclusione di un accordo di cessate il fuoco per garantire il ritorno dei loro cari.

La manifestazione ha avuto luogo poche ore dopo la conferma della morte del leader militare di Hamas Mohammed Deif in un attacco aereo a Gaza lo scorso luglio.

L’annuncio fa seguito all’attacco israeliano a Teheran che è costato la vita al massimo leader politico di Hamas, spingendo i mediatori statunitensi, egiziani e del Qatar a lavorare urgentemente per salvare i negoziati sul cessate il fuoco a Gaza.

I diplomatici internazionali hanno lavorato per evitare una guerra regionale su vasta scala dopo l’assassinio di Ismail Haniyeh di Hamas a Teheran, l’attacco israeliano contro un alto comandante di Hezbollah a Beirut e il recente annuncio israeliano della morte di Deif.

La scomparsa di Haniyeh e Deif, due leader chiave di Hamas, è una vittoria per il primo ministro israeliano Netanyahu. Si trova a un bivio politico che potrebbe offrirgli una via d’uscita per porre fine al conflitto, rinunciando alle sue pretese di “vittoria totale” per dimostrare agli israeliani che la forza militare di Hamas è stata indebolita.

Potrebbe anche spingerlo ad assumere una posizione più dura nei negoziati per il cessate il fuoco, con le autorità israeliane che sostengono che gli attacchi contro Hamas spingeranno il gruppo a fare concessioni.

Hamas, da parte sua, potrebbe restare ferma nei colloqui o addirittura ritirarsi del tutto da essi. La situazione rimane tesa e incerta, con grandi sfide per la regione e i suoi principali attori.

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