In questi tempi di tumulto e tumulto, un raggio di speranza risplende nel campo profughi di Kanyaruchinya in Congo. Nel mezzo di un contesto segnato da decenni di violenza e sfollamenti forzati, i bambini hanno trovato un rifugio inaspettato: il gioco degli scacchi.
Questo gioco ancestrale, simbolo di strategia e riflessione, gioca un ruolo cruciale nella vita di queste giovani anime segnate dalla guerra. Poiché le famiglie hanno dovuto abbandonare le proprie case nell’est del paese, la vita nel campo è sinonimo di disorganizzazione e mancanza di sostegno emotivo ed educativo.
Eppure, in questo tumulto, il club di scacchi Soga offre una boccata d’aria fresca a bambini come il tredicenne Pendeza Muzo. Originaria di Kibumba, cittadina dilaniata dagli scontri tra ribelli dell’M23 e forze governative congolesi, trova negli scacchi una via di fuga mentale. Le esplosioni e gli orrori del passato svaniscono per un momento, lasciando il posto alla concentrazione e al cameratismo offerti da questo gioco secolare.
Per Arusi Niozima, anche lui 13enne, gli scacchi sono stati il catalizzatore di nuove amicizie all’interno del campo. Questo gioco trascende le barriere della tragedia e porta una ventata di gioia e ottimismo ai giovani che vi partecipano.
Oltre al semplice divertimento, il club degli scacchi insegna ai bambini abilità essenziali come il pensiero critico e la risoluzione dei problemi. Fondato da Akili Bashige Lwenda, questo club mira a coltivare l’intelligenza e il potenziale dei bambini, nonostante le condizioni di vita precarie in cui vivono.
Attraverso le scacchiere posizionate a terra, Akili Bashige Lwenda vede non solo pezzi in movimento, ma anche il potenziale di cambiamento e di pace che questi bambini portano dentro di sé. Crede nella loro capacità di diventare artefici di un futuro migliore, basato sulla riflessione e sull’intelligenza piuttosto che sulla violenza e sulla vendetta.
Il Congo, dilaniato da decenni di conflitto, è alla disperata ricerca di un barlume di speranza. Attraverso l’istruzione e lo sviluppo delle competenze tra i giovani, Akili Bashige Lwenda spera di spezzare il ciclo di violenza e aprire la strada a una pace duratura. Questi bambini, stigmatizzati dalla guerra e dagli sfollamenti, potrebbero benissimo essere gli artefici del cambiamento tanto atteso.
Mentre milioni di persone sono state sfollate e i gruppi armati continuano a diffondere il terrore in tutta la regione, l’istruzione e la promozione della pace attraverso gli scacchi offrono una speranza tangibile per il futuro.
Il campo profughi di Kanyaruchinya è molto più di un luogo di sopravvivenza, è un terreno fertile dove fioriscono resilienza, cameratismo e riflessione, offrendo un barlume di speranza nell’oscurità della guerra.