Le indagini rivelano condizioni disumane nel carcere di Goma

**Un’indagine approfondita rivela le condizioni disumane dei detenuti nel carcere di Goma**
*Per Fatshimetria*

Una recente visita alla prigione centrale di Goma, “Munzenze”, ha evidenziato le deplorevoli condizioni di vita dei detenuti. La grave mancanza di cibo, acqua e assistenza sanitaria di base è stata denunciata alle autorità durante un’indagine condotta dai funzionari della struttura.

Durante la visita del Ministro dei Diritti Umani, Chantal Mwadianvita, è emersa una constatazione allarmante: l’estremo sovraffollamento del carcere. Progettato per ospitare 350 detenuti, attualmente conta più di 4.500 detenuti, che vivono in condizioni disumane. La ministra si è impegnata a trovare soluzioni rapide in collaborazione con i colleghi di governo, sottolineando l’importanza di ripristinare la dignità dei cittadini congolesi.

L’iniziativa di rilasciare alcuni detenuti per reati minori è stata accolta con favore dai parlamentari locali. Hanno promesso un monitoraggio rigoroso per garantire un trattamento equo a tutti i prigionieri, assicurando che coloro che sono detenuti senza una ragione chiara o per reati minori vengano rilasciati.

Questa situazione solleva interrogativi sulle condizioni carcerarie in tutta la Repubblica Democratica del Congo. Il sovraffollamento e la mancanza di risorse sembrano essere diffusi, mettendo a rischio la sicurezza e la dignità dei detenuti. Il governo, attraverso il Ministero della Giustizia, ha avviato un processo di decongestionamento delle carceri in tutto il Paese.

Le richieste da parte di cittadini e funzionari locali per il miglioramento delle condizioni carcerarie sono diventate sempre più pressanti. È imperativo adottare misure concrete per garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei detenuti ed evitare una crisi umanitaria nelle carceri congolesi.

Questa indagine rivela una realtà allarmante che richiede un’azione immediata e concertata da parte del governo e della società civile per garantire il rispetto dei diritti umani e della dignità delle persone detenute.

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