Corsa contro il tempo: l’Europa si trova ad affrontare un nuovo ceppo emergente di mux

Secondo notizie recenti, l’Europa si trova ad affrontare una corsa contro il tempo per contenere l’epidemia di un nuovo e più pericoloso ceppo di vaiolo che ha avuto origine nella Repubblica Democratica del Congo (RDC).

L’allarme è suonato in Svezia, che è diventata il primo paese al di fuori del continente africano a confermare un caso del ceppo di MPOX Clade 1b, più facilmente trasmissibile. Il Pakistan ha poi annunciato un caso subito dopo. Questa diffusione del nuovo ceppo è stata dichiarata un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Secondo la professoressa Chloe Orkin, esperta di malattie infettive dell’Università di Londra, è inevitabile che questo nuovo ceppo di mux, apparso nel 2024 nella RDC, si diffonda nel Regno Unito a causa dei viaggi internazionali. Tuttavia, sottolinea, ciò non significa necessariamente una diffusione diffusa all’interno del Paese, grazie alle capacità diagnostiche, di tracciamento dei contatti e di vaccinazione disponibili.

Il vaiolo si diffonde attraverso il contatto ravvicinato con una persona infetta e provoca febbre, dolori muscolari e lesioni cutanee simili a foruncoli. Gli esperti affermano che questo nuovo ceppo è associato a malattie più gravi e a tassi di mortalità più elevati rispetto a quello che causò l’epidemia globale di vaiolo del 2022.

I leader sanitari mondiali avvertono del rischio che la mancata gestione di questa epidemia comporta, non solo per l’Africa, ma per il mondo intero. Il Centro africano per il controllo e la prevenzione delle malattie stima che saranno necessarie almeno 10 milioni di dosi di vaccini contro il morbo per affrontare l’epidemia nel continente, ma le scorte sono estremamente limitate nelle regioni colpite.

Sebbene la maggior parte degli oltre 17.000 casi segnalati in Africa si trovi nella RDC, il paese deve ancora ricevere dosi di vaccino dai donatori. La dichiarazione di un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale è vista come un passo nella giusta direzione, consentendo l’autorizzazione d’emergenza del vaccino nei paesi colpiti.

Tuttavia, è ancora necessario mobilitare più dosi di vaccino per rispondere all’attuale crisi. Le promesse di donazioni da parte delle azioni in Europa e negli Stati Uniti non sono sufficienti per i milioni di dosi necessarie per arginare la diffusione del morbo.

È essenziale che gli sforzi di tutte le parti interessate coinvolte siano concertati per garantire una risposta efficace a questa epidemia e prevenirne la diffusione a livello globale, evidenziando così l’importanza della solidarietà internazionale nella lotta contro le malattie infettive emergenti.

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