Indignazione israeliana a Tel Aviv: massicce proteste per riportare a casa gli ostaggi

I tragici eventi di Tel Aviv hanno scosso Israele e suscitato una forte risposta da parte della sua popolazione. Centinaia di manifestanti hanno bloccato l’autostrada principale di Tel Aviv per esprimere la loro indignazione dopo che i corpi di sei ostaggi israeliani sono stati scoperti a Gaza.

La manifestazione arriva dopo che decine di migliaia di israeliani, in un misto di dolore e rabbia, sono scesi in piazza per chiedere al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di raggiungere un accordo di cessate il fuoco con Hamas per riportare indietro gli ostaggi rimasti in patria.

La massiccia mobilitazione sembrava essere la più grande degli ultimi 11 mesi di guerra, e i manifestanti hanno affermato che si trattava di un possibile punto di svolta, nonostante il paese fosse profondamente diviso.

Il più grande sindacato israeliano, l’Histadrut, ha aumentato la pressione sul governo proclamando uno sciopero generale per il giorno successivo, il primo dall’attacco di Hamas del 7 ottobre che ha scatenato la guerra. Lo sciopero mira a sconvolgere settori chiave dell’economia israeliana, tra cui le banche, la sanità e il principale aeroporto del paese.

I negoziati per il cessate il fuoco si trascinano da mesi e molti incolpano Netanyahu per non essere riuscito a raggiungere un accordo, nonostante il sostegno della maggioranza israeliana ad un accordo.

Tuttavia, il Primo Ministro gode anche di un sostegno significativo per la sua strategia di “vittoria totale” contro Hamas, anche se l’accordo sugli ostaggi dovrà attendere.

Migliaia di persone, alcune in lacrime, si sono radunate domenica sera davanti all’ufficio di Netanyahu a Gerusalemme. A Tel Aviv, i parenti degli ostaggi camminavano accanto alle bare.

Questi eventi evidenziano la tensione che regna in Israele e l’urgenza di trovare una soluzione per porre fine a questa situazione straziante.

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