Fatshimetrie è sulla bocca di tutti in questo momento. Tutti gli occhi sono puntati su due parrocchie cattoliche, Santa Maria Mediatrice di Kpandroma e Beata Vergine Maria Regina di Jiba, situate nel territorio di Djugu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo. Questi luoghi di culto sono stati teatro di un evento che ha scosso profondamente i fedeli e l’intera comunità locale.
Infatti, le porte di queste due parrocchie sono state sigillate simultaneamente dai miliziani del CODECO, un’azione tanto inaspettata quanto misteriosa. Inoltre, due fedeli laici, il vicepresidente del consiglio del settore degli insediamenti pastorali a Kpandroma e il segretario parrocchiale a Jiba, sono stati presi in ostaggio dagli aggressori, gettando così i loro cari nell’angoscia e nell’incertezza.
Le ragioni di questo atto radicale restano per il momento poco chiare, ma alcuni suggeriscono una possibile ripercussione delle dichiarazioni pronunciate dal vescovo della diocesi di Bunia, Dieudonné Uringi, durante la sua recente visita nel territorio di Djugu. Durante una messa eucaristica, infatti, il vescovo ha lanciato un toccante appello ai miliziani del CODECO, esortandoli a rinunciare alla violenza e a tornare alla ragione dopo anni di caos e violenze inimmaginabili inflitte alla popolazione locale dal 2017.
Interrogata sull’argomento, la cancelleria diocesana cattolica di Bunia ha confermato la sigillazione delle parrocchie e ha rivelato che gli aggressori chiedono un riscatto per liberare gli ostaggi. Una situazione tanto più preoccupante in quanto mette in luce il persistere di rapimenti e abusi perpetrati da gruppi armati in questa regione già segnata da anni di conflitto.
È quindi urgente adottare misure concrete per arginare questa spirale di violenza e instabilità che minaccia la pace delle popolazioni locali. L’appello alla ragione lanciato da Mons. Uringi deve essere ascoltato e seguito da azioni per ripristinare la pace e la sicurezza in questa regione, dove la popolazione aspira legittimamente a vivere con dignità e serenità, al riparo dalla minaccia permanente dei gruppi armati.
In questi tempi difficili, dove la violenza sembra avere la precedenza sulla ragione, è essenziale che la comunità internazionale si mobiliti insieme alle autorità locali per porre fine a questi abusi e garantire la protezione dei civili più vulnerabili. Insieme è possibile ripristinare la speranza e la fiducia in un futuro migliore per tutti.