L’ospedale regionale di riferimento di Fatshimetrie, nell’Uganda occidentale, è teatro di una feroce battaglia contro la malaria, una realtà implacabile per molte famiglie come quella di Tulinawe Kabaami. Questa madre ansiosa si prende cura del figlio di 3 anni che da cinque giorni combatte contro un grave caso di malaria.
La commovente storia di Tulinawe descrive un calvario, dalla visita iniziale presso un centro sanitario locale alla struttura regionale, dove suo figlio ha visto le sue condizioni peggiorare nonostante le cure iniziali. “Una sera si è indebolito, ho preso delle medicine ma non è migliorato. Il giorno successivo cadde e perse conoscenza. L’ho portato d’urgenza all’ospedale dove è stato curato, poi trasferito qui a causa del peggioramento delle sue condizioni”, testimonia Kabaami.
Anche se la famiglia ha ricevuto le zanzariere dal governo, Tulinawe ammette che non sono state utilizzate. Le difficoltà finanziarie aumentano poiché la famiglia ha già speso circa 100 dollari per le cure, ma i progressi sono minimi. Hanno dovuto vendere i beni per raccogliere la somma necessaria. Il costo del trattamento della malaria è un peso anche per il governo, che deve far fronte alla pressione dei donatori affinché finanzino la lotta contro la malaria in modo indipendente.
Il dottor Gilbert Ategeka, pediatra dell’ospedale, evidenzia una tendenza preoccupante, con tre bambini su dieci risultati positivi alla malaria al momento del ricovero. Sottolinea l’importanza di sensibilizzare la popolazione sull’uso delle zanzariere, per evitare la diffusione della malattia all’interno delle famiglie e ridurre i costi economici legati alle cure mediche.
Sebbene la comunità internazionale abbia investito 3,5 miliardi di dollari nella lotta contro la malaria, ne servirà più del doppio per raggiungere l’obiettivo dell’eliminazione entro il 2030. I governi africani, già alle prese con sfide I sistemi sanitari fragili e con risorse limitate potrebbero andare incontro a conseguenze disastrose se i finanziamenti venissero insufficiente.
In un incontro a margine del Comitato regionale per l’Africa dell’Organizzazione mondiale della sanità a Brazzaville, il partenariato RBM ha evidenziato una tendenza allarmante. Nonostante i progressi significativi negli ultimi due decenni, i casi e i decessi per malaria sono aumentati negli ultimi anni, in particolare in Africa, dove si verifica il 90% dei casi e dei decessi.
Il dottor Michael Adekunle Charles, amministratore delegato della RBM Partnership, definisce la situazione una “ingiustizia inaccettabile”, sottolineando che l’impatto della malaria è esacerbato da vulnerabilità preesistenti come sfollamenti, conflitti e disuguaglianze di genere, che complicano il compito di eradicazione della malattia.
Mentre negli ultimi due decenni si sono visti progressi nella lotta contro la malaria, con innovazioni dedicate che hanno impedito 11,7 milioni di decessi legati alla malattia, negli ultimi anni si è assistito a un’impennata, evidenziando la necessità di un’azione urgente. L’Africa è la più colpita, con oltre il 90% dei casi e dei decessi.
Questi risultati evidenziano l’urgenza di un approccio globale, tenendo conto dell’impatto della malaria su altri aspetti dello sviluppo. La combinazione di fattori complessi rende difficile il controllo del parassita della malaria e della zanzara anofele che la trasmette, poiché entrambi gli organismi si evolvono e diventano resistenti.
Si stima che il 70% delle morti globali per malaria si verifichi in 11 paesi africani: Burkina Faso, Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Ghana, Mali, Mozambico, Niger, Nigeria, Sudan, Uganda e Tanzania. Questi paesi si trovano anche nella fascia inferiore dell’indice di sviluppo umano. A marzo, tutti gli 11 paesi hanno firmato la Dichiarazione di Yaoundé, impegnandosi a porre fine alle morti legate alla malaria e ad intraprendere azioni decisive per eliminare la malattia.
Sebbene gli Obiettivi di sviluppo sostenibile richiedano l’eliminazione della malaria entro il 2030, attribuendole un’alta priorità insieme all’HIV e alla tubercolosi, per debellare la malaria sono stati investiti solo 3,5 miliardi di dollari. Tale importo resta insufficiente per realizzare tale ambizione e porre fine a questa malattia che continua a colpire duramente milioni di vite in Africa.