Al centro di una tragica notizia a Kisangani: la vicenda del triplice omicidio al PK9

Recentemente, una tragica notizia ha scosso la città di Kisangani, coinvolgendo un triplice omicidio all’interno di una famiglia residente a PK9, Yangambi Road. Il caso, che ha attirato l’attenzione generale, si trova ora al centro dei dibattiti legali, all’interno del tribunale militare della guarnigione della città.

Nel corso della quarta giornata di udienza, svoltasi venerdì 6 settembre, i diversi soggetti coinvolti – la composizione, il pubblico ministero, le parti civili e la difesa – hanno esaminato gli elementi raccolti sul luogo del delitto avvenuto lunedì 2 settembre. Secondo le informazioni presentate dalla Procura, gli investigatori hanno seguito le tracce di sangue che riconducevano ai presunti assassini, rinvenute nella loro abitazione. Sul posto erano presenti anche due donne, una indossava una giacca macchiata di sangue e l’altra maneggiava un panno insanguinato.

Le due donne compaiono come imputate, una delle quali è la seconda moglie del vicedirettore del PK10. Quest’ultimo è accusato da un testimone di essere l’autore degli omicidi dei coniugi Lisasi e del loro figlio. Per reazione, il vice capo del PK10 ha affermato in tribunale di aver trasportato le vittime, uccise con un machete, il che giustificherebbe la presenza di sangue sulla sua giacca.

Nonostante l’ora tarda, il tribunale militare è rimasto in seduta fino alle 18 e ha deciso di emettere il verdetto lo stesso giorno. A seguito della richiesta di sospensione dell’udienza, sostenuta dalla difesa e dalle parti civili, la ripresa dei lavori è prevista per lunedì 9 settembre. Le parti civili avranno la possibilità di presentare le loro conclusioni, il pubblico ministero presenterà l’atto d’accusa, mentre la difesa difenderà le sue ragioni.

Questo caso commuove la comunità di Kisangani e solleva questioni cruciali sulla giustizia e sulla sicurezza dei cittadini. Mentre il mistero che circonda questo triplice omicidio persiste, l’attesa per la decisione della corte rimane intensa, sperando in un risultato giusto ed equo per tutte le parti coinvolte.

Gaston MUKENDI, giornalista a Kisangani

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