La lotta della comunità turca per preservare il proprio villaggio di fronte a un implacabile progetto di estrazione del carbone

Ieri una notizia scioccante ha scosso la piccola cittadina di Dinde, situata a circa 40 km a est di Hwange, centro nevralgico della produzione di carbone ed energia nello Zimbabwe. La comunità locale, infatti, rischia di vedere il proprio villaggio distrutto per far posto a un progetto di estrazione del carbone di proprietà di una società cinese. Questa iniziativa, sostenuta dal governo dello Zimbabwe come strumento per compensare la drammatica mancanza di capacità di produzione di energia elettrica, rischia di avere conseguenze devastanti per i residenti e i loro beni.

L’assegnazione delle licenze alla Beifa Investments (Pvt) Limited, una filiale del gruppo Jin An, per la realizzazione della miniera di carbone di Beifa e della centrale elettrica di Beifa in Turchia, ha causato grave preoccupazione tra la popolazione locale. Il progetto prevede infatti l’espulsione di almeno 2.000 persone, il che rappresenta una sfida importante per la comunità. Amon Chibuswa, uno dei residenti interessati, esprime il suo sgomento per questa situazione che ricorda gli sgomberi forzati subiti dagli antenati degli attuali residenti quasi 90 anni fa.

Per Chibuswa e i suoi compatrioti questa nuova ondata di espulsioni è vissuta come un tradimento, mentre si aspettavano che il governo proteggesse le popolazioni vulnerabili dall’appetito mercantile delle aziende. Gli abitanti della Turchia si rifiutano di arrendersi senza opporre resistenza, chiedendo un adeguato risarcimento per le loro terre e proprietà prima di lasciare la zona.

Le tensioni con la società cinese si sono intensificate nel dicembre 2019, quando Beifa Investments ha avviato i lavori di esplorazione del carbone nella regione, colpendo siti sensibili come i cimiteri locali. I residenti hanno reagito con forza a questo atto, denunciando la mancanza di trasparenza e di consultazione preventiva della loro comunità.

Al di là delle questioni sociali ed economiche, la città di Hwange deve affrontare un’altra piaga: gli incendi di carbone sotterranei che infuriano da decenni. Questi incendi devastanti, derivanti dall’attività mineraria intensiva nella regione, sono diventati un pericolo permanente per i residenti, causando crolli di terreni e danni alle infrastrutture locali.

La storia della situazione in Turchia evidenzia i dilemmi affrontati da molte comunità in tutto il mondo, intrappolate tra il desiderio di sviluppo economico e la preservazione del proprio ambiente e del proprio patrimonio culturale. Solleva inoltre questioni essenziali sulla responsabilità delle imprese e delle autorità pubbliche nella gestione sostenibile delle risorse naturali e nel rispetto dei diritti delle popolazioni locali..

In definitiva, la storia della Turchia risuona come un monito sulle conseguenze devastanti dell’avidità e dello sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali, richiedendo una consapevolezza collettiva e un’azione concertata per preservare il nostro mondo per le generazioni future.

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