Turbolenze alle frontiere: ostacoli agli accordi di libero scambio tra la RDC e l’Uganda

In questa giornata segnata da notizie scottanti, i viaggiatori congolesi si trovano a confrontarsi con una situazione inaspettata durante il loro viaggio da Goma a Kampala in Uganda. Al posto di frontiera di Chanika, questi viaggiatori sono costretti a pagare una somma di ventimila scellini, l’equivalente di 7 dollari americani, al servizio immigrazione locale. Questa esigenza ha seminato confusione e incomprensione tra i viaggiatori, dato che la RDC e l’Uganda avevano concordato, all’inizio dell’anno, di eliminare le tasse sui visti per promuovere la libera circolazione delle persone tra i due paesi.

L’istituzione della zona di libero scambio tra Uganda e RDC, in vigore dal 1° gennaio, è stata presentata come un importante passo avanti nel rafforzamento delle relazioni commerciali tra i due paesi. Tuttavia, l’obbligo di pagare tariffe sorprendenti alla frontiera solleva legittimi interrogativi sulla trasparenza e sulla concreta attuazione di questo accordo.

Inoltre, la dichiarazione del dottor George Masafu, ambasciatore del Kenya nella RDC, che sottolinea la necessità di una solida volontà politica per garantire il successo di questa zona di libero scambio, risuona ancora di più alla luce di questa situazione. Il commercio transfrontaliero tra Uganda e RDC, in un contesto in cui la RDC costituisce il più grande mercato surplus dell’Uganda, è di importanza strategica per entrambi i paesi.

Le esportazioni dell’Uganda verso la RDC, compresi vari prodotti come cemento, olio di palma, riso e zucchero, rappresentano una parte significativa dell’economia ugandese. Da parte sua, anche la RDC trae vantaggio da questi scambi, consentendo all’Uganda di esportare quantità considerevoli verso il suo vicino.

Nell’ottica di rafforzare ulteriormente questi scambi commerciali, sono stati pianificati progetti di cooperazione tra Kampala e Kinshasa, in particolare la costruzione di strade che facilitino il trasporto delle merci e l’accesso alle concessioni minerarie nella RDC. Questi ambiziosi progetti mirano a stimolare il commercio transfrontaliero e creare nuove opportunità economiche per entrambi i paesi.

In definitiva, la questione delle tasse riscosse al confine tra la RDC e l’Uganda evidenzia la necessità di uno stretto coordinamento tra le autorità dei due paesi per garantire il corretto funzionamento della zona di libero scambio e promuovere la regolare circolazione delle merci e delle proprietà. Questa situazione evidenzia le sfide che i paesi impegnati in accordi di cooperazione commerciale potrebbero dover affrontare e richiede una maggiore vigilanza per garantire il rispetto degli impegni assunti.

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