Attacco mortale contro civili sciiti in Afghanistan: l’aumento della violenza dell’EI-K

In un recente tragico evento in Afghanistan, il ramo regionale dello Stato islamico in Afghanistan (IS-K) ha rivendicato un attacco mortale contro civili sciiti nella provincia di Daikundi. I dettagli di questo attacco non sono ancora chiari, con diverse fonti che riportano cifre diverse sulle vittime.

Secondo il portavoce del ministero dell’Interno afghano Abdul Matin Qani, “uomini armati non identificati” hanno aperto il fuoco su un gruppo di civili, provocando la morte di diverse persone. Tuttavia, il numero esatto delle vittime varia a seconda delle fonti, variando da 14 a 15 morti e diversi feriti. Le vittime si sarebbero radunate per accogliere i pellegrini di ritorno da Karbala, il luogo sacro dell’Islam sciita in Iraq.

Questo attacco fa parte di una serie di attacchi rivendicati dall’EI-K in Afghanistan, che mostrano un aumento della violenza e dell’audacia da parte di questo gruppo estremista. Nonostante le affermazioni dei Talebani di aver ridotto quasi a zero l’influenza dell’IS-K, i recenti attacchi sottolineano la continua minaccia che il gruppo rappresenta per la popolazione afghana.

Le conseguenze di questi attacchi sono devastanti, causando la perdita di vite innocenti e seminando il terrore tra la popolazione. È imperativo che le autorità afghane adottino misure drastiche per proteggere i civili e sradicare la minaccia terroristica nel paese.

In conclusione, l’attacco ai civili sciiti in Afghanistan è un chiaro esempio dei pericoli che corre la popolazione locale. La comunità internazionale deve sostenere gli sforzi del governo afghano per porre fine alla violenza e garantire la sicurezza di tutti i cittadini. L’orrore di tali attacchi non può essere tollerato ed è necessario intraprendere un’azione ferma per porre fine a questa violenza inutile.

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