Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha recentemente adottato una risoluzione per estendere le sanzioni contro il Sudan fino al settembre 2025. La mossa fa seguito all’intensificazione del conflitto in Sudan e mira a limitare il flusso di armi verso la regione del Darfur, prendendo di mira le persone e le entità coinvolte attività destabilizzanti in Sudan.
Le misure sanzionatorie comprendono il congelamento dei beni, i divieti di viaggio e un embargo sulle armi e rimarranno in vigore fino a settembre 2025. Questa risoluzione segue quella precedente, adottata nel marzo 2023.
Nelle sue dichiarazioni, il rappresentante degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, Robert A. Wood, ha sottolineato l’importanza di queste misure per porre fine al conflitto in corso, mitigare la catastrofe umanitaria e ripristinare stabilità e sicurezza nel Sudan. Gli Stati Uniti restano impegnati nei confronti del popolo sudanese e continueranno a lavorare a stretto contatto con il Sudan per raggiungere questi obiettivi.
Il rappresentante del Sudan, Al-Harith Idriss al-Harith Mohamed, ha affermato l’esistenza di prove inconfutabili del coinvolgimento degli Emirati Arabi Uniti nel sostegno alle milizie che commettono crimini di guerra e crimini contro l’umanità in Darfur.
In risposta, il rappresentante degli Emirati Arabi Uniti Mohamed Abushahab ha respinto le accuse come infondate e come un cinico tentativo di distogliere l’attenzione dai problemi interni delle forze armate sudanesi.
Questa estensione delle sanzioni contro il Sudan evidenzia l’urgente necessità di agire per porre fine al conflitto in corso e proteggere la popolazione civile. Mentre il Sudan cerca di ritornare sulla via della stabilità, è fondamentale che la comunità internazionale continui a sostenere gli sforzi per risolvere la crisi e garantire la pace e la sicurezza nella regione.