I recenti sviluppi nella regione di Gaza hanno suscitato ancora una volta seria preoccupazione da parte delle organizzazioni umanitarie internazionali, a seguito degli attacchi in aree umanitarie designate a seguito degli attacchi notturni israeliani che hanno provocato la morte di almeno 19 persone.
Il Consiglio norvegese per i rifugiati (NRC) ha definito le zone umanitarie designate “zone sicure solo di nome”, sottolineando che “le direttive israeliane sulla ricollocazione illegale non sono riuscite a proteggere o fornire garanzie di sicurezza per i palestinesi”.
“Questo spazio, dove hanno cercato rifugio i civili uccisi negli attacchi di lunedì, è ora ridotto a circa il 13% di Gaza e ha una densità di popolazione di oltre 30.000 persone per chilometro quadrato”, ha affermato l’organizzazione in una nota.
La NRC ha descritto le immagini che mostrano le conseguenze degli attacchi come “orribili”, sottolineando che per 11 mesi Israele ha costretto i palestinesi di Gaza a fuggire da un luogo all’altro senza offrire loro reali garanzie di sicurezza, alloggi adeguati o ritorno una volta finite le ostilità. sono finiti.
Nel frattempo, l’organizzazione britannica Medical Aid for Palestines (MAP) ha definito la zona umanitaria una “cosiddetta zona umanitaria” e ha affermato che le loro squadre sul campo erano “esauste e traumatizzate”.
“Chiediamo alla comunità internazionale di assumersi la propria responsabilità nel proteggere i palestinesi da ulteriori atrocità, anche interrompendo immediatamente tutti i trasferimenti di armi a Israele”, ha affermato Fikr Shalltoot, direttore di Gaza del MAP.
Questa situazione evidenzia ancora una volta le sofferenze e le difficoltà affrontate dai civili di Gaza, intrappolati in un conflitto senza fine in cui la sicurezza e il benessere delle popolazioni civili sono costantemente minacciati. È essenziale che la comunità internazionale agisca con decisione per porre fine a questa escalation di violenza e garantire la tutela dei diritti e della dignità dei palestinesi.