Le strazianti conseguenze dello sfratto nel quartiere Abattoir di Port-Bouët, Abidjan

Nel quartiere Abattoir di Port-Bouët, Abidjan, la vita quotidiana dei residenti è stata sconvolta da un’operazione di sgombero effettuata prima delle vacanze scolastiche. Le conseguenze di questa decisione si fanno sentire crudelmente, soprattutto nelle scuole locali.

Immaginate il cortile di una scuola durante la ricreazione, solitamente rumoroso e animato dalle risate dei bambini. Tuttavia, alla scuola elementare “Coopération Française”, regna il silenzio. Solo Oumar, un giovane studente CM1, siede solitario nel cortile. La sua uniforme kaki oversize contrasta con la tristezza che emerge dalle sue parole: “Hanno rotto il mattatoio, sono altrove. Mi mancano alcuni. Sono triste”.

Un po’ più avanti, Batcho Ouattara, insegnante di lunga data di questa scuola, esprime il suo dolore per questa situazione senza precedenti. “Non avevo mai visto una cosa del genere. Quest’anno la classe preparatoria è vuota. È davvero doloroso vedere la scuola in questo stato.”

Anche la direttrice dell’asilo, Madame Pélagie, conferma le ripercussioni dello sfratto sulle iscrizioni. “Ne avevo registrato solo uno, quest’anno è complicato”. I direttori delle scuole del Mattatoio auspicano una rapida ripresa delle iscrizioni per ritrovare la vivacità che un tempo animava le aule.

Di fronte a questa situazione, il presidente della Costa d’Avorio, Alassane Ouattara, è intervenuto durante il Consiglio dei ministri del 5 settembre 2024. Ha chiesto al governo di fornire sostegno alle popolazioni sfollate e di organizzare le migliori soluzioni possibili per il diritto di accesso. operazioni di sgombero.

Questo caso evidenzia le conseguenze umane e sociali delle politiche urbane in Costa d’Avorio. Interrompendo la vita quotidiana degli abitanti del Macello, lo sgombero ha avuto un impatto non solo sulle case ma anche sull’istruzione dei bambini. Sottolinea l’importanza di un approccio inclusivo che rispetti i diritti dei cittadini nello sviluppo delle città.

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