Il sacro ritorno: le reliquie dei martiri ugandesi ritornano in eredità

La giornata del 9 settembre sarà ricordata in Uganda, poiché l’aeroporto internazionale di Entebbe è stato teatro di una commovente cerimonia che segna il ritorno delle reliquie di due martiri ugandesi, Karoli Lwanga e Matthias Mulumba, dopo più di sessant’anni di assenza. Questo ritorno tanto atteso è stato accolto dall’arcivescovo di Kampala, Paul Ssemogerere, alla presenza di dignitari governativi, in una cerimonia ricca di simboli ed emozioni.

Queste reliquie, testimoni silenziose del supremo sacrificio dei martiri ugandesi giustiziati tra il 1885 e il 1887, furono raccolte con fervore dai cristiani proprio nei luoghi dove questi uomini avevano suggellato la loro fede con il sangue. Dopo un lungo viaggio attraverso le vicissitudini della storia, queste preziose ossa sono finalmente tornate nel Paese, una terra che non ha mai dimenticato il coraggio e la determinazione dei suoi figli martiri.

Di particolare importanza in questo periodo di commemorazione del 60° anniversario dei martiri ugandesi è la mostra prevista presso l’Uganda Martyrs University, che ospiterà queste reliquie dal 14 settembre al 31 ottobre. Questo evento storico consentirà agli ugandesi, di tutte le fedi messe insieme, di riflettere su queste testimonianze viventi di fede e dedizione e di riconnettersi con una parte essenziale della loro storia collettiva.

Il professor Derek Peterson dell’Università del Michigan, coinvolto nel coordinamento di questa mostra, sottolinea giustamente l’importanza di queste reliquie nel processo di canonizzazione dei martiri. Il loro ritorno in Uganda segna un nuovo capitolo nel riconoscimento e nell’apprezzamento dell’eredità spirituale lasciata da questi uomini dall’indomabile coraggio.

Mons. Ssemogerere, in un toccante discorso, ha ricordato il significato profondo di questo evento per la nazione ugandese: questi martiri, attraverso il loro sacrificio, hanno incarnato i valori dell’abnegazione e della fedeltà alle proprie convinzioni, offrendo così un esempio di coraggio e determinazione universali .

Il ministro degli Esteri, Henry Okello Oryem, ha sottolineato l’importanza di questa restituzione delle reliquie come invito alla riflessione collettiva sul passato e sui valori su cui si fonda l’identità nazionale. Ha sollevato, con rara accuratezza, la possibilità di esigere risarcimenti simbolici per questa lunga separazione da queste sacre spoglie, simbolo di una storia tormentata ma ricca di insegnamenti.

Insomma, il ritorno delle reliquie dei martiri ugandesi alla loro terra natale simboleggia molto più di un semplice atto di restituzione: segna un ritorno alle fonti, un risveglio delle coscienze e una celebrazione dell’eredità spirituale lasciata da questi uomini e donne eccezionali. Contemplando queste reliquie, siamo invitati a mettere in discussione il nostro rapporto con la fede, il coraggio, la libertà di scelta e la lealtà alle nostre convinzioni più profonde.. Questi martiri, lungi dall’appartenere solo alla storia, restano guide senza tempo per un’intera nazione alla ricerca di senso e di valori autentici.

In questo periodo di celebrazione e contemplazione, gli ugandesi sono invitati a intraprendere un viaggio interiore, una profonda introspezione, alla luce di queste toccanti testimonianze di fede incrollabile e di impegno incrollabile. Possano le reliquie dei martiri ugandesi continuare a ispirare le generazioni presenti e future e guidare il destino di un popolo legato alla propria eredità spirituale e culturale.

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