La marcia in difesa della libertà religiosa che si è svolta a Copacabana, Rio de Janeiro, è stata una potente manifestazione di solidarietà e unità tra le diverse comunità religiose del Brasile. Domenica, seguaci di vari gruppi religiosi si sono riuniti sulla famosa spiaggia di Copacabana per promuovere la tolleranza religiosa e sensibilizzare sull’importanza del rispetto e della convivenza pacifica tra le diverse fedi.
Esponendo striscioni e partecipando a danze tradizionali, gli uomini, le donne e i bambini presenti hanno espresso il loro attaccamento alle rispettive pratiche religiose, celebrando al contempo la diversità spirituale che caratterizza il Paese. Questa marcia, giunta alla sua 17a edizione, ricorda in modo toccante che la libertà di religione è un diritto fondamentale che deve essere protetto e difeso.
Nello stato di Rio de Janeiro vive un quarto dei seguaci delle religioni afro-brasiliane, che recentemente hanno dovuto affrontare un’ondata di intolleranza. I partecipanti alla marcia erano determinati ad affermare la propria identità religiosa e a far sentire la propria voce contro ogni forma di discriminazione e violenza.
È fondamentale sottolineare che il Brasile, sebbene dominato dal cristianesimo, è un Paese pluralista dove convivono molte credenze. La Costituzione brasiliana garantisce la libertà di religione, ma purtroppo negli ultimi anni i casi di inosservanza e gli attacchi contro i praticanti religiosi sono diventati all’ordine del giorno.
In particolare, i seguaci delle religioni tradizionali di origine africana sono stati bersaglio di discriminazioni e abusi, che vanno dalle aggressioni verbali alla distruzione dei luoghi di culto. Questa crescente intolleranza è attribuita in parte alla rapida diffusione del cristianesimo evangelico in Brasile, in particolare delle chiese neo-pentecostali, emerse a partire dagli anni ’70.
Sebbene la maggior parte delle pratiche di evangelizzazione siano pacifiche, l’espansione di questo ramo del cristianesimo è purtroppo accompagnata da un aumento dell’intolleranza verso le religioni tradizionali africane. Le statistiche ufficiali indicano un aumento allarmante dei casi di discriminazione religiosa in Brasile, con un aumento del 140,3% delle denunce registrate tra il 2018 e il 2023.
Le leggi brasiliane prevedono pene severe per atti di intolleranza religiosa, comprese pene detentive fino a cinque anni e multe. È imperativo sensibilizzare sull’importanza del rispetto reciproco e della convivenza pacifica tra le diverse comunità religiose, per garantire un futuro armonioso e inclusivo a tutti i brasiliani.