Il processo di pensiero delle persone sorde è un argomento affascinante che solleva molte domande su come affrontano il pensiero e la comprensione del mondo che li circonda. Contrariamente alla credenza popolare, le persone sorde pensano allo stesso modo degli udenti, ma per farlo usano “linguaggi” diversi.
Per le persone sorde che usano la lingua dei segni, i loro pensieri sono spesso in quella lingua. Possono immaginare di firmare, visualizzare i segni nella loro mente o persino sentire immagini o gesti. Allo stesso modo in cui le persone udenti sentono le parole nella loro testa, le persone sorde possono “vedere” i segni nella loro mente.
È interessante notare che le persone sorde che hanno imparato la lingua dei segni fin dalla giovane età pensano naturalmente nella lingua. Il loro cervello è abituato a elaborare le informazioni visivamente, il che rende loro naturale pensare per segni. Questo è in qualche modo simile al modo in cui le persone udenti crescono pensando nella loro lingua parlata.
Tuttavia, non tutte le persone sorde crescono con il linguaggio dei segni. Alcuni potrebbero impararlo più avanti nella vita o comunicare usando la parola e la scrittura. In questi casi, i loro pensieri potrebbero comportare una combinazione di parole scritte, segni o persino la lettura delle labbra.
Per le persone sorde che non usano il linguaggio dei segni, il loro processo di pensiero può essere influenzato dalla loro modalità di comunicazione abituale. Alcune persone sorde preferiscono leggere le labbra o usare la parola, il che può indurle a pensare a parole o addirittura nella lingua parlata che usavano prima di diventare sorde. I loro pensieri potrebbero quindi coinvolgere il linguaggio scritto, come leggere le parole nella loro mente invece di ascoltarle.
È anche importante menzionare l’adattabilità del cervello umano. Quando una persona diventa sorda, il suo cervello si adatta a elaborare le informazioni in modo visivo anziché uditivo. Gli studi hanno dimostrato che le persone sorde che usano il linguaggio dei segni attivano parti specifiche del loro cervello per elaborare le informazioni visive. Pertanto, pensare nella lingua dei segni per queste persone è naturale quanto pensare in parole per le persone udenti.
Quando si tratta di sogni, le persone sorde sognano nella lingua che usano comunemente. Se usano il linguaggio dei segni, i loro sogni potrebbero coinvolgere i segni. Per coloro che preferiscono la lettura labiale o la lettura scritta, i loro sogni possono anche riflettere queste forme di comunicazione.
In definitiva, la lingua in cui pensano le persone sorde dipende dalla loro esperienza personale, dalla loro modalità di comunicazione preferita e dal loro apprendimento linguistico.. Questa diversità di pensiero arricchisce la nostra comprensione della varietà di modi di pensare e sottolinea la necessità di rispettare e valorizzare la diversità culturale e linguistica della nostra società.