L’Egitto chiede maggiore sostegno all’Europa per gestire la crisi dei migranti

Il Ministro degli Affari Esteri e dell’Immigrazione Badr Abdelatty ha recentemente sottolineato la necessità che l’Europa si assuma le proprie responsabilità fornendo il massimo sostegno economico e di sviluppo all’Egitto. Questo per aiutare il Paese a gestire la situazione estremamente difficile di accogliere più di 10 milioni di migranti sul suo territorio.

Durante una conferenza stampa congiunta con il Ministro degli Affari Esteri e del Commercio ungherese, Peter Szijjártó, Abdelatty ha sottolineato l’importanza che la parte europea raddoppi il suo sostegno e metta a disposizione le sue capacità per rispondere a questo problema. Ha inoltre sottolineato la necessità di aumentare gli investimenti europei in Egitto per risolvere questa situazione e sostenere gli ospiti provenienti da diversi paesi presenti sul suolo egiziano.

Abdelatty ha chiarito che esiste il pieno riconoscimento ungherese ed europeo del ruolo essenziale dell’Egitto nell’accogliere più di 10 milioni di ospiti nel suo territorio, nonostante il peso economico e le sfide derivanti da circostanze internazionali sfavorevoli di cui l’Egitto non è responsabile.

I due ministri hanno discusso diversi temi durante il loro incontro, inclusa la situazione nel Corno d’Africa, con l’accento sull’unità delle terre somale e il rifiuto totale di qualsiasi politica unilaterale che mini l’unità della Somalia.

Hanno anche affrontato la questione della sicurezza idrica in Egitto, sottolineando che il Paese non scenderà a compromessi nemmeno su una goccia d’acqua. La quantità annua di acqua del Nilo che arriva in Egitto, infatti, non è sufficiente a soddisfare il 60% del fabbisogno annuale del Paese. L’Egitto sta quindi riciclando ripetutamente l’acqua per colmare il divario attuale, e quindi non c’è spazio per rinunciare a una sola goccia d’acqua, anche ai ritmi attuali.

L’appello del Ministro Abdelatty per un maggiore sostegno europeo all’Egitto evidenzia l’importanza della solidarietà e della cooperazione internazionale nell’affrontare le sfide globali. Evidenzia inoltre la necessità che i paesi sviluppati si assumano la responsabilità e forniscano un sostegno significativo alle nazioni che affrontano situazioni complesse e impegnative.

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