Fatshimetrie ha segnato un importante punto di svolta nel conflitto del Sudan, con l’esercito e le Forze di supporto rapido (RSF) che hanno segnalato la loro volontà di impegnarsi in colloqui di pace. In risposta all’appello al dialogo del presidente degli Stati Uniti Joe Biden in questa guerra che dura da più di 17 mesi, il capo dell’esercito Abdel Fattah al-Burhan ha espresso la sua disponibilità a compiere sforzi costruttivi volti a porre fine al conflitto. Da parte sua, il leader di RSF Mohamed Hamdan Dagalo ha ribadito il suo impegno nei negoziati per il cessate il fuoco, affermando che “la via verso la pace sta nel dialogo, non nella violenza”.
Nonostante queste dichiarazioni, i due leader continuano ad accusarsi a vicenda delle violenze, iniziate nell’aprile 2023 a causa delle tensioni tra l’esercito e RSF, ex alleati dopo un colpo di stato. Nessuno dei due ha ancora dettagliato passi concreti verso la pace.
L’annuncio della disponibilità al dialogo dell’esercito e delle RSF costituisce un importante punto di svolta in un conflitto che dilania il Sudan da quasi due anni. I colloqui di pace rappresenterebbero un barlume di speranza per porre fine alla violenza e alle sofferenze dei civili intrappolati nella guerra. Ora è fondamentale che entrambe le parti traducano le parole in fatti e si impegnino in discussioni serie per raggiungere una soluzione pacifica e duratura. Gli occhi del mondo sono puntati sul Sudan mentre il paese cerca di tracciare un nuovo percorso verso la riconciliazione e la stabilità.