Mobilitazione degli studenti a Matadi per la ripresa delle lezioni: una lotta per l’accesso all’istruzione

Fatshimetrie, 24 settembre 2024 – A Matadi, nella provincia del Kongo Centrale nella Repubblica Democratica del Congo, gli studenti si sono mobilitati davanti al governatorato per chiedere la ripresa delle lezioni nei loro istituti. Da quasi quattro settimane, infatti, le aule sono rimaste disperatamente vuote, a causa della mancanza di insegnanti presenti a tenere le lezioni.

Il clima è teso, gli studenti si sentono abbandonati e trascurati, privati ​​del diritto fondamentale allo studio. Uno di loro ha espresso con indignazione: “Veniamo a scuola, ma non c’è nessun insegnante ad accoglierci. Torniamo a casa ogni giorno senza aver imparato nulla. Tutto questo deve finire, vogliamo lezioni, vogliamo imparare! »

Le ragioni di questo sciopero degli insegnanti sono chiare: chiedono alle autorità una retribuzione migliore. Questi ultimi affermano che non torneranno in classe finché le loro richieste non saranno prese in considerazione. Ma il prezzo più alto di questo conflitto lo pagano gli studenti, vittime di una situazione che va oltre le loro possibilità.

Di fronte a questa mobilitazione degli studenti, le autorità provinciali hanno preso atto della situazione. Il vicegovernatore Prosper Ntela ha promesso di avviare colloqui con i sindacati per trovare una soluzione a questo problema urgente. Riconosce la legittimità delle richieste degli insegnanti pur sottolineando l’importanza di garantire l’accesso all’istruzione ai giovani congolesi.

Il sit-in organizzato dagli studenti del liceo Vuvu Kieto e dell’Istituto Ramazani di Matadi dimostra la loro determinazione a far valere i propri diritti. Si alzano per chiedere la ripresa delle lezioni, simbolo del loro desiderio di istruirsi nonostante gli ostacoli.

In definitiva, questo episodio evidenzia le debolezze del sistema educativo congolese e sottolinea l’importanza cruciale di garantire a tutti l’accesso a un’istruzione di qualità. Gli studenti sono i primi a soffrire e la loro voce deve essere ascoltata. È tempo di agire per garantire un futuro migliore ai giovani di domani.

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