Nelle turbolente notizie del Kenya, le recenti proteste di giugno e luglio sono state teatro di una violenta repressione che ha provocato la morte di almeno 61 persone, la scomparsa di altre 27 e centinaia di feriti. La repressione delle manifestazioni contro la legge di bilancio ha suscitato indignazione e ha portato diverse organizzazioni della società civile, tra cui Amnesty International, a pubblicare un rapporto dettagliato su questi tragici eventi.
La massiccia presenza della polizia, soprattutto a Nairobi, per mettere a tacere le voci di protesta ha seminato il terrore tra i manifestanti. Le immagini degli arresti pesanti e della violenza della polizia hanno scioccato il Paese e la comunità internazionale.
Il collettivo Medics for Kenya ha svolto un ruolo cruciale durante queste proteste fornendo assistenza medica ai feriti. Christine Amondi, membro della ONG, testimonia la gravità delle ferite curate, evidenziando un uso eccessivo della forza da parte delle autorità. Le lacerazioni, le ferite da arma da fuoco e i traumi subiti dai manifestanti sono la prova della brutalità delle misure repressive.
La mobilitazione della società civile non si ferma qui. Una petizione firmata da 12mila keniani chiede l’istituzione di una commissione d’inchiesta per far luce su questi eventi e chiedere giustizia per le vittime. Mwaura Kabata, vicepresidente della Kenya Law Society, sottolinea la necessità di un risarcimento per le famiglie in lutto e per coloro che hanno subito danni.
Di fronte a questa ondata di repressione, le famiglie delle vittime hanno cercato invano di presentare alle autorità un elenco delle persone colpite. La resistenza civile si sta organizzando per far sentire la voce degli oppressi e chiedere responsabilità al governo.
Il Kenya si trova a un punto di svolta nella sua storia, in cui la democrazia e i diritti umani sono messi a dura prova. La comunità internazionale deve rimanere vigile e sostenere gli sforzi dei difensori dei diritti umani per garantire una giustizia equa e la protezione delle libertà fondamentali per tutti i cittadini.