Osservando da vicino gli eventi della COP29 a Baku, in Azerbaigian, è chiaro che i negoziati sono stati contrassegnati dalla mancanza di progressi significativi, in particolare per quanto riguarda le discussioni sui finanziamenti. La situazione di stallo prevalente ha lasciato un sentimento di frustrazione tra molti partecipanti a questa conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico.
Il direttore e fondatore del think tank Power Shift Africa, Mohamed Adow, esprime perfettamente questo disagio evidenziando la mancanza di chiarezza riguardo agli obiettivi finanziari, alla natura del finanziamento e alla sua accessibilità ai paesi vulnerabili. Sottolinea inoltre l’incertezza legata all’elezione di Donald Trump e accusa i paesi ricchi di nascondersi dietro questa situazione.
Al centro delle discussioni c’è la questione cruciale dei finanziamenti per il clima. I paesi africani chiedono un obiettivo ambizioso di 1,3 trilioni di dollari all’anno che le nazioni ricche, anche i principali inquinatori, devono offrire ai paesi in via di sviluppo a partire dal prossimo anno. Questi finanziamenti verranno utilizzati per abbandonare i combustibili fossili, promuovere l’energia rinnovabile, rafforzare la resilienza ai cambiamenti climatici e affrontare le perdite e i danni legati al clima.
Tasneem Essop, direttore esecutivo del Climate Action Network International, sottolinea che la finanza climatica va oltre una semplice questione di negoziazione, è una responsabilità morale. È essenziale trasformare gli impegni in azioni concrete per un futuro giusto ed equo.
La seconda settimana dei negoziati della COP29 inizia con la speranza che vengano assunti solidi impegni finanziari. La presenza attiva dei lobbisti dei combustibili fossili ha attirato critiche, con circa 1.700 di loro presenti alla conferenza. I manifestanti chiedono un contributo finanziario da parte di chi inquina, transizioni eque e giustizia per le popolazioni più colpite dai cambiamenti climatici.
Finanziare la transizione dai combustibili fossili è essenziale per garantirne la realizzazione. È fondamentale che questa COP invii un segnale forte indicando che chi inquina si assume le proprie responsabilità e incoraggia coloro che si impegnano in questa transizione.
Le discussioni di questa settimana si concentreranno anche sui piani di adattamento dei paesi. Questi piani strategici consentono a ciascuna nazione di identificare e affrontare le proprie priorità a medio e lungo termine per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Colmare il gap finanziario è fondamentale per far fronte ai crescenti costi di adattamento, in particolare per i paesi in via di sviluppo.
Il segretario esecutivo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, Simon Stiell, mette in guardia dall’impatto devastante dell’inazione, ricordando che l’emergenza climatica è una realtà per miliardi di persone. Esorta i paesi a prendere decisioni coraggiose e ad agire senza aspettare che altri prendano la prima iniziativa.
In conclusione, è essenziale adottare un approccio proattivo e unitario per affrontare le sfide del cambiamento climatico. Le decisioni prese alla COP29 avranno un impatto duraturo sul nostro futuro comune. È tempo di tradurre le parole in fatti e dimostrare la volontà politica di realizzare una transizione ecologica e sociale essenziale per il nostro pianeta.