In un recente episodio diplomatico alle Nazioni Unite, è stata messa alla prova la risoluzione che propone un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente a Gaza. Gli Stati Uniti hanno posto il veto alla risoluzione, sostenendo che non avrebbe garantito il rilascio degli ostaggi detenuti nella regione.
Il vice ambasciatore statunitense Robert Wood ha sottolineato l’importanza di collegare la fine del conflitto alla liberazione degli ostaggi, affermando che i due obiettivi sono strettamente legati. La risoluzione presentata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sostenuta dai membri non permanenti, chiedeva un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente, nonché il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi.
Tuttavia, i funzionari statunitensi hanno ritenuto che il linguaggio non fosse abbastanza forte perché non condizionava il cessate il fuoco al rilascio degli ostaggi. Di conseguenza, gli Stati Uniti hanno utilizzato il loro potere di veto in quanto membri permanenti del Consiglio di Sicurezza per respingere la risoluzione.
Gli altri membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, compreso il Regno Unito, hanno votato a favore della risoluzione. Prima del voto, l’ambasciatore israeliano aveva avvertito che approvare la risoluzione avrebbe costituito un “tradimento”.
I rappresentanti palestinesi hanno condannato il veto statunitense, affermando che incoraggia Israele a continuare le sue azioni contro i civili palestinesi e libanesi. I membri eletti del Consiglio di Sicurezza che hanno patrocinato la risoluzione si sono detti profondamente delusi dal suo rifiuto.
La Francia ha espresso il suo disappunto per la mancanza di un cessate il fuoco immediato e incondizionato, sottolineando l’urgenza di proteggere i civili e garantire la fornitura di aiuti umanitari.
Il Regno Unito ha affermato la propria determinazione a porre fine al conflitto, ad alleviare le sofferenze a Gaza e a garantire l’immediato rilascio degli ostaggi.
Questo veto statunitense solleva interrogativi su come le diverse parti gestiscono i conflitti in Medio Oriente e illustra le persistenti tensioni all’interno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La ricerca di una soluzione praticabile ed equilibrata nella regione rimane una sfida importante per la comunità internazionale.