I leader del G7 si sono incontrati lunedì nella città italiana di Fiuggi, situata a circa 70 chilometri a sud-est di Roma. L’avanzamento dei negoziati per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza e in Libano è stato al centro dell’agenda delle nazioni presenti.
Due mesi dopo il lancio dell’invasione di terra del Libano da parte di Israele, i rapporti suggeriscono che una proposta guidata dagli Stati Uniti potrebbe presto essere accettata dalle parti in conflitto.
Il ministro degli Esteri italiano, che ha ospitato la riunione del G7, ha espresso un moderato ottimismo. “Potremmo essere vicini a un cessate il fuoco in Libano, tocchiamo ferro e speriamo che sia vero e che non si faccia marcia indietro all’ultimo momento”, ha detto Antonio Tajani. “A Gaza è un po’ più complicato, ma tutti vogliamo lavorare per questo obiettivo”.
All’incontro hanno partecipato anche i ministri di Arabia Saudita, Egitto, Giordania, Emirati Arabi Uniti e Qatar, nonché il segretario generale della Lega Araba.
All’arrivo in Italia dei ministri del G7, l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Mike Herzog ha dichiarato lunedì alla radio dell’esercito israeliano che un accordo di cessate il fuoco per porre fine ai combattimenti tra Israele e Hezbollah con sede in Libano potrebbe essere concluso “nei prossimi giorni”.
“Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco, un cessate il fuoco permanente. Questo fermerà le uccisioni, porrà fine alla distruzione e ripristinerà un senso di normalità nella vita”, ha detto il ministro degli Esteri giordano, Ayman Safadi, durante la conferenza.
Pressioni, trattative
Il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty, da parte sua, ha ribadito che il Cairo ospiterà una conferenza a livello ministeriale il lunedì successivo per mobilitare gli aiuti internazionali per Gaza.
Il cosiddetto “Quintetto” sta lavorando con gli Stati Uniti per finalizzare un piano del “giorno dopo” per Gaza. C’è un urgente bisogno di progressi prima che l’amministrazione Trump prenda le redini del piano a gennaio. Si prevede che il presidente eletto Donald Trump enfatizzerà politiche fortemente favorevoli a Israele a scapito delle aspirazioni palestinesi.
La proposta attualmente in discussione per porre fine ai combattimenti prevede un cessate il fuoco iniziale di due mesi, durante il quale le forze israeliane si ritirerebbero dal Libano e Hezbollah porrebbe fine alla sua presenza armata lungo il confine meridionale a sud del fiume Litani.
Per ora, Israele continua i suoi attacchi mortali a Beirut, anche a pochi metri da una base della polizia libanese e dal più grande parco pubblico della città.
I politici libanesi hanno denunciato i continui attacchi aerei e hanno affermato che stavano ostacolando i negoziati per il cessate il fuoco guidati dagli Stati Uniti. Il vicepresidente del parlamento del paese ha accusato Israele di intensificare i suoi bombardamenti nel tentativo di fare pressione sul Libano affinché faccia delle concessioni nei negoziati indiretti di cessate il fuoco con Hezbollah.