Durante i primi due decenni del 21° secolo, la disuguaglianza salariale è diminuita significativamente in due terzi dei paesi del mondo, secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) pubblicato questo giovedì.
Questo rapporto evidenzia un calo della disuguaglianza salariale globale, ad un tasso annuo compreso tra lo 0,5 e l’1,7% a partire dal 2000. I paesi a basso reddito hanno visto le maggiori riduzioni, variando tra il 3,2 e il 9,6% all’anno.
Tuttavia, queste nazioni sono anche tra quelle con la più alta disuguaglianza salariale, con quasi il 22% dei lavoratori salariati classificati come a basso salario.
Gilbert Houngbo, direttore generale dell’ILO, ha sottolineato che se le tendenze osservate in questo rapporto fossero confermate, si tratterebbe di una situazione unica dall’inizio del 21° secolo.
Nonostante questi progressi, l’ILO sottolinea che la disuguaglianza salariale rimane una preoccupazione urgente in tutti i paesi e regioni del mondo.
È fondamentale tenere presente che molti lavoratori rimangono ancora al fondo della scala salariale, il che ha un impatto negativo sulle famiglie che continuano a sperimentare la crisi del costo della vita, riducendo così il loro tenore di vita.
A livello globale, il 10% dei lavoratori meno pagati riceve solo lo 0,5% della massa salariale globale, mentre il 10% più pagato ne assorbe quasi il 38%.
Inoltre, le disparità salariali tra e all’interno dei paesi rimangono inaccettabili, così come la disuguaglianza, in particolare per quanto riguarda i salari delle donne.
L’ILO raccomanda agli Stati di rafforzare i meccanismi di fissazione dei salari attraverso la contrattazione collettiva e i sistemi salariali minimi, di promuovere l’uguaglianza e di colmare i divari salariali tra generi e settori.
È inoltre essenziale formalizzare l’economia informale per rafforzare la sicurezza del reddito e fare affidamento su dati affidabili per guidare decisioni politiche informate.