Investire nel futuro: sostenere i piccoli agricoltori per proteggere il nostro pianeta

La lotta contro il degrado del territorio e la desertificazione è più urgente che mai, soprattutto per i piccoli agricoltori. L’IFAD chiede investimenti per sostenere questi agricoltori e proteggere la sicurezza alimentare, il clima e gli ecosistemi. Regioni come l’Africa orientale e settentrionale sono state gravemente colpite dalla siccità, mettendo a rischio i mezzi di sussistenza di milioni di persone. Il programma RIP in Zimbabwe mira a ripristinare i sistemi di irrigazione per migliorare la resilienza climatica e la sicurezza alimentare. Il Presidente dell’IFAD sottolinea l’importanza dei piccoli agricoltori per la sicurezza alimentare globale e chiede un’azione immediata per preservare il nostro pianeta per le generazioni future.
La sfida di combattere il degrado del territorio e la desertificazione è più urgente che mai, in particolare per i piccoli agricoltori che sono in prima linea nelle conseguenze devastanti di questi fenomeni. Mentre la sedicesima conferenza delle parti (COP16) della Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione si svolge a Riyadh questa settimana, il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD) chiede investimenti urgenti per sostenere i piccoli proprietari terrieri e proteggere la sicurezza alimentare, il clima e gli ecosistemi del pianeta.

Il presidente dell’IFAD Alvaro Lario è intervenuto a Riyadh per difendere gli interessi dei piccoli agricoltori e produttori che soffrono gli effetti distruttivi della siccità e della desertificazione, che minacciano i mezzi di sussistenza di circa 1,5 miliardi di persone nel mondo.

Recentemente, l’Africa orientale ha vissuto la peggiore siccità degli ultimi 40 anni, mentre anche il Nord Africa non è stato risparmiato. Il Sahel, una regione cuscinetto tra il Sahara e le aree più fertili a sud, si è ritirato fino a 200 chilometri verso sud negli ultimi tre decenni. Anche lo Zimbabwe ha sofferto la peggiore siccità a memoria d’uomo, costringendo il presidente Emmerson Mnangagwa a dichiarare lo stato di calamità a livello nazionale.

Per affrontare queste sfide, l’IFAD sostiene vari progetti, uno dei quali sta aiutando migliaia di agricoltori a rimanere resilienti e a coltivare nonostante la mancanza di pioggia. Quest’anno, infatti, almeno il 40% degli agricoltori ha subito perdite totali di raccolto a causa della siccità indotta da El Nino, la peggiore mai registrata.

Nello Zimbabwe, dove molti agricoltori praticano l’agricoltura pluviale, la mancanza di infrastrutture adeguate, di condutture e canali funzionanti ostacola i loro sforzi per coltivare i raccolti. Si stima che circa sei milioni di persone potrebbero trovarsi in condizioni di insicurezza alimentare durante la stagione magra 2024-2025 (da gennaio a marzo).

Il Programma di rivitalizzazione dell’irrigazione per piccoli proprietari, o RIP, mira a ripristinare i sistemi di irrigazione in tutto lo Zimbabwe, a beneficio di oltre 27.000 famiglie rurali. Questo progetto, finanziato dall’IFAD e dal governo dello Zimbabwe, mira a migliorare la resilienza climatica e la sicurezza alimentare.

Alvaro Lario, presidente dell’IFAD, sottolinea l’importanza dei piccoli agricoltori in questi dibattiti internazionali, considerando che essi producono il 40% del cibo mondiale, e addirittura il 60% in Africa. Investire in questi agricoltori è fondamentale per preservare la sicurezza alimentare globale.

Alla COP16 di Riad, l’IFAD metterà in luce le conseguenze della mancanza di investimenti nella sicurezza alimentare, nella lotta alla povertà e nella promozione della stabilità. In effetti, la produzione alimentare da parte dei piccoli agricoltori è essenziale per la stabilità economica di molti paesi in via di sviluppo, dove l’agricoltura svolge un ruolo cruciale nel PIL.

Al di là dei costi umani ed economici, il degrado del territorio e il cambiamento climatico potrebbero costringere fino a 700 milioni di persone a migrare entro il 2050. È imperativo agire ora per sostenere i piccoli agricoltori e proteggere il nostro pianeta per le generazioni future.

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