Arte impegnata: quando la musica di Jenny Munyongamayi rivela la tossicità mineraria

L’ottava edizione della Biennale di Lubumbashi si è aperta con un tema di grande attualità: la tossicità nel contesto minerario e i suoi impatti devastanti sulla popolazione congolese. Questo approccio artistico e impegnato ha offerto a Jenny Munyongamayi, artista slam di Lubumbashi, una piattaforma unica per esprimere il suo messaggio di grande impatto attraverso un lavoro coinvolgente intitolato “Slam augmented”.

L’installazione “Augmented Slam” è una fantastica fusione di elementi sensoriali – suoni, immagini e testi – che immergono i visitatori in un’esperienza introspettiva ed emotiva. Combinando cuffie audio, proiezioni video e testi toccanti, Jenny Munyongamayi è riuscita a creare un’esperienza multisensoriale accattivante, incoraggiando la riflessione e la consapevolezza.

Questa incursione nel mondo delle installazioni sonore e visive segna una nuova tappa nella carriera artistica di Jenny Munyongamayi, che, per la prima volta, partecipa alla Biennale di Lubumbashi come artista. Il suo impegno va oltre la semplice creazione artistica, riflettendo un ampio e documentato lavoro sul campo sugli effetti della tossicità mineraria sulle comunità locali, in particolare su donne e bambini.

Infatti, per comprendere appieno i danni causati dalla tossicità mineraria, Jenny Munyongamayi si è immersa nei quartieri circostanti Ruashi Mining, dove gli impatti di questa attività sono più visibili. La sua indagine l’ha portata a osservare da vicino le conseguenze devastanti sulla salute dei residenti, compresi casi allarmanti di malattie come il cancro nei bambini, attribuibili all’esposizione prolungata a sostanze tossiche emanate dalle attività minerarie.

Al di là dell’aspetto artistico, la Biennale di Lubumbashi si distingue per il suo approccio interdisciplinare che unisce arte e scienza. Nell’ambito di questo evento si svolgono incontri, workshop e scambi stimolanti, che riuniscono artisti locali e internazionali attorno a temi sociali e ambientali cruciali.

Jenny Munyongamayi incarna questa riuscita fusione tra arte e consapevolezza delle principali questioni sociali. Il suo impegno per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tossicità mineraria e sulle sue ripercussioni sulla popolazione dimostra il potere dell’arte come vettore di cambiamento e sensibilizzazione.

In conclusione, attraverso “Augmented Slam” e il suo lavoro documentario sulla tossicità mineraria, Jenny Munyongamayi ci ricorda che l’arte è un potente strumento per mettere in discussione le realtà del mondo e incitare all’azione. Il suo contributo alla Biennale di Lubumbashi illustra la capacità degli artisti di sollevare il dibattito su questioni sociali essenziali e di generare un dialogo costruttivo in vista di un cambiamento positivo e duraturo.

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