La megaraffineria nigeriana di Lekki sta scatenando un acceso dibattito sul suo impatto sul mercato dei carburanti e sull’economia nazionale nel suo insieme. Sin dalla sua entrata in produzione lo scorso settembre, erano alte le aspettative per un possibile calo dei prezzi della benzina per i cittadini nigeriani. Tuttavia, la realtà sul campo si rivela più complessa del previsto.
Il magnate Aliko Dangote, all’origine di questo colossale progetto, investì somme astronomiche per creare una raffineria in grado di produrre carburante su larga scala. Nonostante questi sforzi, gli ostacoli si frappongono sulla sua strada. Da un lato, la difficoltà di approvvigionamento locale del greggio indebolisce la catena produttiva. D’altra parte, la forte concorrenza con gli importatori di prodotti raffinati crea ostacoli alla vendita della propria produzione.
I rivenditori, da parte loro, esprimono preoccupazioni legittime. Sottolineano i prezzi elevati praticati dalla raffineria di Lekki, che li costringono a trasferire questi costi sui consumatori. La prospettiva di un monopolio di Dangote sul mercato della benzina fa temere un possibile aumento dei prezzi, andando contro gli auspicati obiettivi di riduzione.
Di fronte a queste sfide, sono in corso aggiustamenti. La compagnia petrolifera nazionale incoraggia i distributori a dare priorità alle forniture dalla megaraffineria di Lekki, nella speranza di aumentarne la produzione. In risposta, Aliko Dangote ha recentemente annunciato una leggera riduzione del prezzo del suo carburante, un gesto simbolico per mostrare la sua gratitudine ai nigeriani.
Le prossime settimane saranno cruciali per la raffineria di Lekki. L’ottimizzazione dei processi logistici e dei costi di trasporto potrebbe consentire una reale riduzione del prezzo della benzina, in risposta alle aspettative della popolazione. La sfida resta, ma lo sforzo congiunto degli attori del settore petrolifero offre prospettive incoraggianti per l’economia nigeriana.