Immagini scioccanti delle torture in Siria durante la guerra civile sono recentemente riemerse, attirando l’attenzione globale sulle atrocità commesse dal regime di Bashar al-Assad. Due ex alti funzionari dell’intelligence siriana sono stati incriminati con l’accusa di crimini di guerra, accusati di aver torturato americani e altri civili detenuti in una prigione militare vicino a Damasco.
I pubblici ministeri statunitensi affermano che Jamil Hassan, 72 anni, e Abdul Salam Mahmoud, 65 anni, hanno supervisionato le operazioni delle strutture di detenzione presso l’aeroporto militare di Mezzeh, dove i detenuti sono stati sottoposti ad atti disumani come percosse, elettrocuzioni, impiccagioni per i polsi, ustioni con acido e persino estrazioni. unghie. Queste atrocità hanno avuto luogo durante la guerra civile che ha dilaniato il Paese per più di un decennio e ha portato alla spettacolare caduta del regime di Assad questo fine settimana.
Le accuse contro Hassan e Mahmoud includono associazione a delinquere finalizzata a commettere crimini di guerra infliggendo trattamenti crudeli e inumani. Per loro sono stati emessi mandati di arresto, ma secondo il Dipartimento di Giustizia attualmente sono in fuga.
Oltre agli atti fisici di tortura, i detenuti di questa prigione sarebbero stati costretti a sentire le urla dei prigionieri torturati, condividendo le loro celle con cadaveri e subendo minacce di morte e aggressioni sessuali contro le loro famiglie. Inoltre sarebbero stati deliberatamente negati loro cibo, acqua e cure mediche.
Nel sottolineare questi orrori, il procuratore generale degli Stati Uniti Merrick Garland ha sottolineato la necessità di rispondere delle atrocità commesse dal regime di Assad contro cittadini statunitensi e altri civili durante la guerra civile in Siria.
Queste recenti accuse dimostrano la determinazione del Dipartimento di Giustizia di assicurare alla giustizia i responsabili di crimini di guerra contro cittadini americani, dai soldati russi in Ucraina agli ex alti funzionari dell’intelligence siriana.
Il crollo del regime di Assad dopo più di tredici anni di guerra civile segna un importante punto di svolta per la Siria, aprendo la strada a nuove sfide e forse a un’era di giustizia e ricostruzione. Il popolo siriano, a lungo oppresso dal regime di Assad, ora desidera la libertà e la pace dopo decenni di brutale repressione e orrori inimmaginabili.
Questi recenti eventi evidenziano l’importanza di combattere l’impunità per i crimini di guerra e le violazioni dei diritti umani, ricordando al mondo che la giustizia deve prevalere per le vittime di tali atti barbarici, indipendentemente dal tempo trascorso dalla loro commissione.