Lo spettacolare attacco al banco d’acquisto dell’oro di Kima Tika Mbongo getta la regione di Watsa nell’insicurezza

In un angolo remoto della provincia dell’Haut-Uele, nel cuore della Repubblica Democratica del Congo, nella notte tra martedì 24 e mercoledì 25 dicembre 2024 si è svolta una scena degna di un film d’azione. Uomini armati, come ombre di Durante la notte, sono entrato in modo spettacolare in uno sportello per l’acquisto di oro presso il sito minerario Kima Tika Mbongo (KTM).

La storia è ambientata nel cantiere Mayi Mpembe Vie na Vie, nel villaggio di Watsa Moke, un luogo probabilmente poco affollato e isolato. La violenza dell’attacco è stata evidenziata, poiché sei persone vestite in abiti civili e con veicoli a motore hanno fatto irruzione nel bancone. Il loro bottino? Una somma considerevole che supera i 2.700.000 franchi congolesi, 15 grammi d’oro e diversi telefoni, simboli del loro fulmineo viaggio.

Le testimonianze raccolte dalla Società Civile di Solidarietà del Congo, il coordinamento territoriale di Watsa, evidenziano la paura e la brutalità dell’incidente. Jean-Pierre Atsidri Adroma, coordinatore, racconta l’arroganza degli aggressori, ferendo un venditore e lasciando dietro di sé un clima di caos e indignazione. Le detonazioni degli spari risuonano ancora nel buio della notte, muti testimoni della loro fuga frenetica.

L’impatto di tale violenza non può essere minimizzato. Al di là delle perdite finanziarie, nella regione di Watsa si sta diffondendo un clima di paura e insicurezza. Jean-Pierre Atsidri Adroma si rivolge quindi alle autorità competenti, invitandole ad adottare misure concrete per garantire la sicurezza dei residenti e degli attori economici in questa zona. Si auspica inoltre una maggiore vigilanza, incoraggiando la popolazione a segnalare qualsiasi attività sospetta e a rimanere unita di fronte a queste sfide.

In questo periodo di feste di fine anno, dove dovrebbe prevalere il calore delle riunioni, è una triste constatazione dell’ombra che fa parte della vita quotidiana degli abitanti di Watsa. La ricerca della pace e della stabilità diventa più urgente che mai, richiamando la fragilità degli equilibri sociali e la necessità di una maggiore solidarietà. Speriamo che la luce possa finalmente dissipare queste tenebre, offrendo a questa martoriata comunità un futuro più sereno e sicuro.

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