In che modo il passaporto russo minaccia l’identità culturale nell’Ucraina occupata?

### "passeportizzazione": uno strumento di controllo e indottrinamento nell
### “passeportizzazione” in terre occupate: una strategia di controllo e indottrinamento

Il fenomeno della “passaporto” orchestrata dalla Russia nei territori occupati dell’Ucraina orientale non è solo un aspetto della gestione amministrativa di queste aree; È un processo complesso e sistematico che mira a trasformare le realtà socio -politiche dell’Ucraina e a una lunga egemonia russa. Più che una semplice questione dell’emissione di documenti ufficiali, questa situazione solleva domande sull’identità, la sovranità e sui diritti fondamentali degli abitanti.

#### dinamica di controllo

La strategia della Russia, investendo in territori occupati e imponendo un sistema di passaporto lì, è una manifestazione del suo desiderio di controllare non solo il passaggio fisico degli individui, ma anche la loro identità sociale e culturale. Le dighe stradali e i controlli sistematici citati da Sofiia della ONG che aiutano a lasciare non sono episodi isolati, ma un legame in una catena di dominio che inizia con la partenza vincolata degli ucraini delle loro case ed è esteso da procedure filtranti nel cuore della Russia.

Statisticamente, questo fenomeno ha una dimensione inquietante: sono stati emessi oltre 3,5 milioni di passaporti, che non lasciano indifferenti. La cifra rappresenta quasi il 15 % della popolazione delle regioni di Louhansk, Donetsk, Kherson e Zaporijia, modificando così l’equilibrio demografico. Ciò solleva domande fondamentali sulla natura stessa della nazionalità e dell’identità. In un contesto di guerra, la nazionalità si trasforma in una questione strategica, uno strumento di potere che può essere usato per escludere, controllare e punire.

### Condizioni di sopravvivenza degradanti

Il tumultuoso corso degli ucraini per lasciare le aree occupate sottolinea una crisi umanitaria senza precedenti. Le testimonianze raccolte dalle ONG rivelano una sordida realtà: una popolazione intrappolata tra dighe e procedure di filtrazione, spesso umiliante. Queste condizioni degradanti sono il preambolo di un futuro incerto, in cui le vittime di questa guerra si trovano di fronte a scelte impossibili.

L’eccezionalità del viaggio di fuga, che attraversa la Russia, deve essere evidenziata. Questo circuito imposto costituisce una forma di deportazione nelle fasi, in cui ogni controllo costituisce una nuova violazione dei diritti umani. I giovani, sotto il pretesto di verificare il loro status, diventano potenziali bersagli di coscrizione. La guerra non è contenta di distruggere la vita fisica, distrugge anche i progetti per il futuro.

### Indoctrinamento dei bambini

L’aspetto più tragico di questo “passaporto” è senza dubbio il suo impatto sui bambini. Imponando un programma scolastico russo che cancella l’Ucraina dalla memoria collettiva, il Cremlino dà la priorità a una strategia di indottrinamento. L’istruzione, tradizionalmente considerata un vettore di emancipazione, diventa uno strumento di propaganda. Questi bambini, dalle famiglie ucraine, sono esposti a valori che non corrispondono al loro patrimonio culturale.

La situazione attuale può essere messa in prospettiva con eventi storici simili, come la deportazione dei bambini durante i conflitti in ex-jugoslavia o programmi di assimilazione in Nord America verso popolazioni indigene. In queste situazioni, le forme di violenza culturale e fisica hanno lasciato conseguenze durature. In Ucraina, possiamo già stabilire parallelismi inquietanti: secondo varie organizzazioni per i diritti umani, un numero allarmante di bambini è stato rimosso e trasferito in Russia per essere adottato dalle famiglie russe, una pratica che fa eco a ricordi dolorosi dello storico passato dell’Europa orientale.

### verso una scogliera demografica

Il fenomeno della “passaporto” crea una doppia dinamica: quella di accelerare il passaggio a uno spazio post-ucraino nei territori occupati e quello dell’ansia di vedere migliaia di identità e storie individuali cancellate. Sulla base della ricerca demografica, alcuni esperti ritengono che con l’enorme partenza di giovani e famiglie, la popolazione delle regioni occupate potrebbe essere ridotta di oltre il 30 % entro il 2025. Una vera “purificazione demografica” in corso: una strategia vecchia come il mondo e che si riflette qui dallo stesso obiettivo: per neutralizzare qualsiasi forma di resistenza ucraina.

#### Conclusione

In breve, la “passaporto” nell’Ucraina occupata è una strategia di controllo sottile e onnipresente, ma rappresenta anche una sfida morale ed etica che la comunità internazionale non può ignorare. È indispensabile che gli attori interessati, sia politici che umanitari, diventino consapevoli dell’entità di questa guerra silenziosa, che si svolge sull’identità e sul futuro di intere generazioni. Mentre alcune istituzioni focalizzano la loro attenzione sui negoziati orientati alla pace, sarebbe altrettanto cruciale dare uno sguardo critico a queste violazioni permanenti dei diritti umani, che rischiano di ridefinire non solo la mappa dell’Ucraina, ma anche l’essenza stessa della sua gente.

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