** Capitalismo verde nella Repubblica Democratica del Congo: verso una transizione economica sostenibile? **
Il 29 maggio 2025, si tenne un forum a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, dove gli esperti chiedevano un cambiamento radicale nel modello economico del paese. Il professor Daniel Mulenda, specialista nello sviluppo sostenibile e nella gestione strategica, ha attirato in particolare l’attenzione sulla necessità di passare dal “capitalismo selvaggio” al “capitalismo verde” integrando i principi della sostenibilità.
** Un modello economico da rivisitare **
L’intervento del professor Mulenda evidenzia i problemi fondamentalmente radicati nell’attuale economia congolese. Secondo lui, la RDC soffre di un modello che combina informale e predazione, con conseguenti conseguenze dannose sull’ambiente e ostacolando lo sviluppo economico. La sua critica non è semplicemente un’osservazione isolata, ma fa parte di un contesto più ampio in cui la gestione sostenibile delle risorse naturali è cruciale per il futuro di molti paesi ricchi di biodiversità, come nel caso della RDC.
Ciò che il capitalismo verde significa è duplice: è da un lato preservare l’ambiente mentre cerca di stabilire un modello economico praticabile che avvantaggia tutti gli strati della società. La RDC, con le sue vaste risorse naturali, potrebbe svolgere un ruolo preponderante in questo settore. Tuttavia, l’attuazione di tale filosofia richiede un impegno sincero da parte dei leader politici ed economici.
** Le sfide informali e predazioni **
Il professor Mulenda mette anche in discussione la normalità di un paese la cui economia predatoria di raccolta sembra, per alcuni aspetti, di avere la precedenza su iniziative industriali più sostenibili. Questa riflessione solleva una domanda essenziale: come conciliare le pratiche economiche tradizionali con l’industrializzazione riflessa? La vendita di prodotti agricoli di base, come i fogli di manioca, di fronte alla mancanza di sviluppo industriale, mette in discussione le priorità economiche del paese.
Il passaggio a un’economia formale potrebbe generare profitti significativi, come la creazione di posti di lavoro e il miglioramento delle pratiche di offerta locali, ma richiede anche investimenti nell’istruzione e nella formazione, un’altra dimensione spesso trascurata nelle discussioni economiche.
** L’importanza di un quadro etico e normativo **
Uno dei punti sporgenti del discorso di Mulenda riguarda l’importanza dell’etica negli affari. Si supplica per le aziende di adottare valutazioni ecologiche insieme ai loro bilanci finanziari. Questa proposta, sebbene pertinente, solleva la questione dell’efficace attuazione di un quadro normativo in grado di supervisionare e sanzionare le azioni degli attori economici. Come garantire che i regolamenti siano rispettati e che le pratiche non rimangano ancorate nell’informazione?
Un tale approccio potrebbe sembrare ambizioso, ma è fondamentale garantire la crescita economica che non è solo quantificabile, ma anche qualitativa. La paura dello sviluppo indiviso, osservato da Mulenda, ricorda che la RDC deve chiedersi quale tipo di crescita desidera all’architettura.
** una richiesta di azione e responsabilità condivisa **
Alla fine di questo incontro, è ovvio che la strada per il capitalismo verde nella RDC è sparsa di insidie. Le domande sollevate da Mulenda sono rivolte a tutti gli attori: governo, settore privato, società civile e persino ogni cittadino congolese. La responsabilità collettiva è al centro del cambiamento desiderato.
Oltre ai discorsi, ci vorranno azioni concrete e significative collaborazioni tra il governo e il settore privato per vedere emergere un’economia sostenibile. Il Giappone, ad esempio, è riuscito a combinare pratiche agricole ad alta tecnologia e sostenibili, un modello che potrebbe ispirare la RDC nella sua ricerca di un equilibrio tra sviluppo industriale e protezione delle risorse naturali.
In conclusione, la riflessione sulla transizione verso un’economia endogena verde è ampiamente aperta e richiede un fascio di azioni mirate. La consapevolezza delle questioni ambientali e sociali, nonché gli investimenti nella formazione ed etica, appaiono come non condizioni sinusoidali in modo che la RDC possa aspirare a un futuro economico illuminato, sostenibile e unito. È solo attraverso un impegno integrato che un vero cambiamento può prendere forma per il paese.