### “The Journal of Olivia”: una voce per gli inespressi nella Repubblica Democratica del Congo
Kinshasa, 2 giugno 2025 In un contesto socio-culturale contrassegnato da disuguaglianze e silenzi spesso vincolati, la scrittrice Doryca Kisoso offre con il suo romanzo “Le Journal D’Olivia” una riflessione toccante sulle questioni di espressione personale e lotte di identità. Attraverso il suo lavoro, Kisoso evoca realtà osservate da molti congolesi, in particolare quelli delle classi sociali, il tabù di pensieri inespressi e le lotte interne che attraversano ogni individuo.
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In un’intervista con la Congolese Press Agency (ACP), Kisoso sottolinea che il suo libro mira a incoraggiare i lettori a mettere le parole su pensieri spesso repressi. Questa intenzione risuona in particolare in una società in cui le barriere sociali possono ostacolare la libera espressione. L’autore descrive il suo lavoro come una sorta di specchio che restituisce l’immagine di coloro che, per paura o timidezza, non osano esprimersi. Sembra rilevante chiedere: perché, nell’attuale società congolese, così tante voci rimangono silenziose?
I contesti socioeconomici difficili nella Repubblica Democratica del Congo (DRC) limitano spesso le opportunità di espressione personale. La paura delle rappresaglie, in un ambiente familiare, professionale o di comunità, crea un’atmosfera in cui il silenzio è spesso percepito come una forma di protezione. Il lavoro di Kisoso può essere visto come un modo per accompagnare il rilascio di queste parole nascoste e promuovere un dialogo più aperto.
#### una scrittura sincera e cruda
Doryca Kisoso insiste sulla grezza sincerità della sua storia. Dice che “Olivia’s Journal” non ha intenzione di impressionare ma toccare. Questo approccio narrativo, in cui la voce femminile svolge un ruolo centrale, incoraggia a mettere in discussione come le storie femminili siano spesso sottorappresentate nelle letterature contemporanee. Lo scrittore è posizionato in un campo letterario in cui prevale l’autenticità, rendendo così la storia, quasi come pagine strappate da una vita reale.
In ogni momento, la rappresentazione autentica delle emozioni e delle esperienze umane è essenziale per promuovere l’empatia e la comprensione tra i membri di una comunità. Ciò solleva tuttavia la questione dell’universalità dei temi esplorati nel libro. Potrebbero trovare l’eco oltre i confini congolesi, in altri contesti in cui esistono realtà sociali simili?
#### Una riflessione sul ruolo della letteratura
La pubblicazione di “Le Journal D’Olivia” di Calures à Lubumbashi, in programma per il giugno 2026, contribuisce ad arricchire il panorama letterario congolese. Questo lavoro non è solo limitato all’aspetto narrativo, ma inizia anche una riflessione sul ruolo della letteratura nella società. Come spazio per il dialogo, il libro potrebbe incoraggiare le discussioni sulle disuguaglianze sociali e le lotte di identità che persistono nella RDC. Quali iniziative, in termini di istruzione e cultura, potrebbero essere aggiunte per sostenere questa verbalizzazione dei pensieri?
Kisoso, come fisioterapista e scrittore, riunisce abilità che le consentono di affrontare la salute mentale e i problemi di salute individuale da un unico angolo. La promozione della giovinezza e, più in particolare, delle ragazze costituisce una priorità nel suo lavoro. In un mondo in cui i giovani si trovano spesso di fronte a complesse questioni sociali, sembra cruciale offrire loro spazi in cui possono condividere le loro esperienze senza paura.
#### Conclusione: verso un’uscita di testi
“The Journal of Olivia” sta quindi emergendo, non come un semplice romanzo, ma come una richiesta di rilascio delle parole finora uccise. Spingendo le persone a esprimere le loro lotte interne e a condividere le loro storie, Doryca Kisoso apre una porta a una maggiore comprensione di se stessi e degli altri. In questo senso, questo lavoro potrebbe contribuire a una trasformazione sociale, incoraggiando l’espressione come atto di resistenza all’invisibilità.
Non c’è dubbio che la scrittura di Kisoso ti inviti a riflettere sul posto di ogni voce nel tessuto sociale congolese, e forse anche oltre. La domanda rimane aperta: questo lavoro sarà in grado di ispirare altre narrazioni, sia nella DRC che altrove, per continuare questa strada verso una società in cui tutti possono osare esprimersi?