L’affascinante scoperta del braccio scomparso del Nilo e la sua influenza sulle piramidi d’Egitto

La recente scoperta di un braccio mancante del Nilo da parte di un team internazionale di ricercatori ha gettato nuova luce sulla costruzione e l’ubicazione delle piramidi d’Egitto, immergendoci in un’affascinante rilettura della storia antica.

È innegabile che il Nilo abbia svolto un ruolo cruciale nella costruzione delle piramidi, fungendo da via di trasporto per materiali e lavoratori. Una domanda però rimaneva senza risposta: perché le piramidi più imponenti non furono erette lungo il fiume, ma a pochi chilometri dal deserto? Questa recente scoperta fornisce finalmente alcune risposte illuminanti.

All’epoca in cui furono costruite le piramidi, il Nilo godeva di una portata molto maggiore a causa del prolungato periodo umido africano. Numerosi rami del fiume serpeggiavano attraverso la pianura alluvionale, fornendo una mappa geografica molto diversa da quella che conosciamo oggi. È stato ritrovando l’antico corso di uno di questi bracci, ora sepolto sotto la sabbia, che i ricercatori hanno potuto stabilire che, 4000 anni fa, le piramidi furono costruite sulle rive di questo braccio scomparso del Nilo.

Chiamato Braccio di Ahramat o Braccio delle Piramidi, questo corso d’acqua che si estendeva per 64 chilometri ospitava le strutture piramidali più imponenti dell’Egitto, comprese quelle di Giza a nord e Licht a sud. È affascinante immaginare questi maestosi monumenti emergere dalle acque di questo braccio ormai prosciugato del Nilo, muti testimoni di un tempo in cui l’acqua era l’elemento dominante della regione.

Grazie a tecnologie all’avanguardia come i radar satellitari e i georadar, i ricercatori hanno potuto ripercorrere il percorso di questo braccio d’acqua scomparso, rivelando un paesaggio molto diverso da quello che conosciamo attualmente. La diminuzione delle precipitazioni e il progressivo prosciugamento di questo braccio spiegano in parte perché nel corso delle dinastie le piramidi furono costruite sempre più vicine al Nilo, nel tentativo di rimanere il più vicino possibile alla preziosa risorsa.

Queste recenti scoperte, combinate con precedenti ricerche condotte da ricercatori francesi, gettano nuova luce sui misteri che circondano la costruzione delle piramidi. I templi sotto le piramidi di Giza, collegati da strade rialzate, un tempo erano situati sul bordo di questo braccio scomparso del Nilo, fungendo da porti per il trasporto di persone e materiali. Non possiamo che rimanere stupiti dalla capacità dei ricercatori di tornare indietro nel tempo e ricostruire gli antichi paesaggi che hanno plasmato la storia dell’antico Egitto.

In conclusione, la scoperta di questo braccio scomparso del Nilo e il suo impatto sulla costruzione delle piramidi d’Egitto aprono nuove entusiasmanti prospettive per la ricerca archeologica e la storia di questa civiltà millenaria.. È sempre gratificante vedere come le scoperte scientifiche possano far luce sulle zone grigie del nostro passato e aiutarci a comprendere meglio la genesi delle meraviglie architettoniche ereditate dall’Antichità.

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