La situazione in Etiopia continua ad essere preoccupante, con nuove notizie di un presunto massacro di civili nella regione di Amhara. Secondo un gruppo locale per i diritti umani, la scorsa settimana gli scontri tra soldati e gruppi armati hanno provocato la morte di oltre 80 persone.
Il governo degli Stati Uniti ha risposto a questi rapporti, chiedendo un’indagine approfondita e il pieno accesso per gli osservatori indipendenti dei diritti umani. L’ambasciatore americano in Etiopia, Ervin Massinga, ha espresso la profonda preoccupazione degli Stati Uniti e ha chiesto che i responsabili di queste azioni siano assicurati alla giustizia.
Purtroppo non è la prima volta che la regione di Amhara è teatro di violenze. Dallo scorso aprile gli scontri sono scoppiati quando il governo ha deciso di sciogliere le forze regionali e di integrarle nell’esercito federale. Un gruppo ribelle noto come Fano ha lanciato un attacco a sorpresa in agosto, catturando diverse città prima di ritirarsi nelle campagne.
Durante questo conflitto sono state documentate gravi violazioni dei diritti umani, comprese presunte esecuzioni extragiudiziali. Il Consiglio etiope per i diritti umani ha rilasciato una dichiarazione questa settimana, denunciando massicce violazioni dei diritti umani durante gli scontri a Merawi il 29 gennaio. Si dice che più di 80 civili, per lo più uomini, siano stati uccisi.
Tuttavia, il gruppo per i diritti umani non ha attribuito direttamente la responsabilità dei massacri a causa della mancanza di accesso alla scena. Chiede quindi un’indagine approfondita per far luce su questi tragici eventi.
Va notato che fino a poco tempo fa il gruppo di Fano era alleato dell’esercito federale nel conflitto contro il Fronte popolare di liberazione del Tigray, nella vicina regione del Tigray. Tuttavia, i rapporti tra le due parti sono stati spesso tesi e gli scontri si sono verificati anche prima della fine del conflitto, nel novembre 2022.
Di fronte a questa complessa situazione, il Parlamento etiope ha deciso di prorogare lo stato di emergenza nella regione di Amhara nel tentativo di porre fine alla ribellione del gruppo di Fano.
È essenziale che la comunità internazionale rimanga vigile e continui a sostenere gli sforzi per porre fine a questa violenza e proteggere i civili. È necessaria un’indagine indipendente e imparziale per garantire giustizia alle vittime e ritenere i responsabili responsabili delle loro azioni. La pace e la stabilità in Etiopia dipendono dalla risoluzione di questi conflitti interni e dal rispetto dei diritti umani.