La crisi umanitaria nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) sta raggiungendo livelli preoccupanti nel 2024. I dati recenti forniti dal coordinatore umanitario, Bruno Lemarquis, rivelano una situazione allarmante per gli operatori umanitari e le popolazioni civili. Tra gennaio e giugno di quest’anno sei operatori umanitari sono stati uccisi e altri undici rapiti. Inoltre, più di 200 incidenti hanno preso di mira direttamente questi attori sul campo.
Gli attacchi armati sono in aumento e colpiscono crudelmente le popolazioni civili. I territori di Mambasa, Irumu, Beni e Lubero, in particolare nelle province di Ituri e Nord Kivu, sono stati teatro di violenze mortali. Più di 630 civili hanno perso tragicamente la vita durante i primi sette mesi dell’anno, provocando decine di migliaia di sfollati e la sospensione temporanea dell’assistenza umanitaria in alcune aree del Nord Kivu.
L’appello di Bruno Lemarquis ad un intervento urgente e a misure concrete per porre fine a questa spirale di violenza è toccante. Evidenzia la necessità di ascoltare e far sentire la voce dei più vulnerabili e di adottare misure concrete per la loro protezione.
Di fronte a questa situazione devastante, il Dott. Alain Mboko Iyeti, Segretario Generale per le Azioni Umanitarie e la Solidarietà Nazionale, Gaston Mugaruka, coordinatore della Rete delle Associazioni Giovanili Congolesi, e Richard Kirimba, primo vicepresidente della Società Civile del Territorio di Beni nel Nord Kivu, sono invitati a fornire le loro competenze e raccomandazioni.
È urgente che la comunità internazionale mobiliti le proprie risorse e la volontà politica per porre fine a questa crisi umanitaria nella RDC. L’attenzione e l’azione devono concentrarsi sulla protezione dei civili e degli operatori umanitari, nonché sulla promozione della pace e della stabilità in questa regione segnata da decenni di conflitto.