Il Mali sospende il canale di notizie francese LCI: quando la libertà di stampa vacilla

**Il Mali sospende il canale di notizie francese LCI: ulteriore censura sui media internazionali**

La situazione in Mali continua a peggiorare sul fronte della libertà di stampa. Le autorità militari, che attualmente esercitano il potere nel Paese, hanno infatti deciso di sospendere per due mesi il canale francese di notizie continue LCI, a seguito di commenti ritenuti diffamatori nei confronti dell’esercito maliano e dei suoi alleati russi.

Questa decisione di sospensione, annunciata dall’Alta Autorità per le Comunicazioni del Mali (HAC), si inserisce in un contesto più ampio di crescenti restrizioni imposte ai media internazionali che operano in Mali. Infatti, da quando la giunta militare ha rotto i suoi legami con la Francia e si è avvicinata alla Russia sul piano militare e politico, diversi canali televisivi e corrispondenti esteri sono stati costretti ad andarsene o a rimanere in silenzio.

Il programma in questione, trasmesso da LCI il 27 luglio, aveva il titolo “Wagner decimato in Mali: la mano di Kiev” e aveva invitato il colonnello Michel Goya come consulente militare. I commenti ritenuti diffamatori del colonnello Goya sono stati visti come attacchi ingiustificati contro le forze armate maliane e i loro partner russi, a seguito di una sconfitta subita durante i combattimenti nel nord del Paese contro separatisti e jihadisti.

Questa sospensione di LCI fa parte di una serie di misure di censura adottate contro i media internazionali, poiché in passato sono stati sospesi anche France 24, RFI e France 2. Le critiche rivolte alle autorità maliane sono state sistematicamente represse, mettendo a repentaglio la libertà di espressione e il pluralismo dell’informazione diffusa nel paese.

La decisione di sospendere LCI solleva ancora una volta la questione della libertà di stampa in Mali, elemento essenziale per garantire il dibattito democratico e contrappeso al discorso ufficiale. Il moltiplicarsi degli atti di censura e repressione contro i media internazionali non può che destare preoccupazione per l’erosione delle libertà fondamentali nel Paese, e richiede una reazione ferma da parte della comunità internazionale per garantire il rispetto dei principi democratici.

È imperativo che le autorità maliane revochino la loro decisione di sospendere LCI e riaffermino il loro impegno a favore della libertà di stampa e del pluralismo delle opinioni, garanzie essenziali di una società democratica e aperta.

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