Il trionfo della democrazia: una vittoria per l’equità in Nigeria

Il trionfo dell’equità: una vittoria per la democrazia in Nigeria

In una conferenza stampa ad Abuja, dopo la sentenza pronunciata venerdì, Ododo ha espresso gratitudine alla Corte Suprema per aver resistito alle intimidazioni e per aver rispettato la volontà del popolo dello Stato.

“Provo una grande gioia, non solo per la nostra vittoria, ma anche per il modo in cui il sistema giudiziario ha rispettato i principi della legge e ha assicurato giustizia in questo caso. La giustizia resta l’ultima speranza del cittadino comune.

“Sono stati minacciati, insultati, intimiditi, ma hanno rispettato i principi della legge.

“Questa vittoria non riguarda solo me, ma riguarda le persone che hanno votato l’11 novembre 2023”, ha detto Ododo.

Ha anche dedicato la sua vittoria a Dio Onnipotente e al presidente Bola Tinubu per il suo impegno nel rafforzare il sistema giudiziario in modo che possa adempiere alle proprie responsabilità senza paura o favore.

Interrogato dai giornalisti sulle sue aspettative prima della sentenza, Ododo ha detto di non avere nulla da temere perché ha vinto le elezioni.

“Le elezioni si sono svolte in modo credibile e trasparente. Nella storia di Kogi, sono state le elezioni più pacifiche e abbiamo vinto”, ha detto.

Ododo ha aggiunto che, nonostante le controversie, la sua squadra non è stata distratta dal suo obiettivo di garantire un buon governo alla gente di Kogi.

“Sono stato eletto primo servitore dello Stato per servire il popolo e, come tale, io e il mio team ci impegniamo a soddisfare il motivo per cui siamo stati eletti, quindi questo non mi disturba mai distratto”, ha detto.

Tuttavia si è rivolto all’opposizione e ai suoi candidati, in particolare Murtala Ajaka del Partito socialdemocratico (SDP) e Dino Melaye del Partito democratico popolare (PDP).

Ha esortato i candidati dell’opposizione a lavorare con lui per far avanzare Kogi.

“Li abbiamo sempre contattati affinché si unissero a noi nel far avanzare Kogi.

“Kogi rimane il nostro Stato e vogliamo riunirci per discutere degli affari statali.

“Questa non è una lotta personale; è una competizione per detenere il potere per conto del popolo, per servirlo.

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