Fatshimetrie, 30 agosto 2024 – La recente richiesta di rilascio di Maguy Mungangu, direttrice dell’ostello “Momo”, fa seguito al suo coinvolgimento involontario in un colpo di stato represso la domenica di Pentecoste a Kinshasa. Questa richiesta, depositata davanti al tribunale della guarnigione di Kinshasa-Gombe, ha sollevato punti importanti riguardo all’innocenza della signora Mungangu e di altre persone arrestate ingiustamente in questo caso.
L’avvocato di Maguy Mungangu si è espresso con forza a favore della sua cliente, sottolineando che questa non aveva alcun legame con i mandanti del colpo di stato. Ha sottolineato che il suo cliente ha subito abusi da parte di un uomo che fingeva di essere un’altra persona mentre affittava un appartamento nel suo ostello. Inoltre, ha sottolineato gli arresti arbitrari di altre persone, compresi i dipendenti dell’ostello e persino un malato di mente. Questa situazione evidenzia le carenze del sistema giudiziario e la necessità di garantire i diritti dei cittadini innocenti.
La difesa di Paulin Benjamin Zalman, invece, ha sostenuto con determinazione la liberazione del proprio assistito, proclamando la sua innocenza riguardo alle accuse a suo carico. L’avvocato ha ricordato che, essendo stata abolita la pena di morte nella Repubblica Democratica del Congo, è fondamentale rispettare i diritti degli accusati. Egli ha sottolineato la mancanza di prove tangibili fornite dal pubblico ministero, insistendo sul principio della presunzione di innocenza e sulla responsabilità dell’accusa di dimostrare la colpevolezza di Zalman Paulin Benjamin.
In questo contesto giudiziario complesso, dove la verità sembra ancora poco chiara, l’importanza di una giustizia giusta e imparziale appare essenziale. Gli avvocati degli imputati hanno giustamente sottolineato che l’onere della prova spetta all’accusa e che accuse vaghe non possono fornire una base solida per condannare i singoli individui. Questo caso evidenzia le sfide che il sistema giudiziario congolese deve affrontare, sottolineando al tempo stesso la necessità di garantire i diritti fondamentali di ogni individuo, accusato o meno.
Rinviata l’udienza a lunedì 2 settembre, le memorie degli avvocati continueranno a mettere in luce le questioni di questo complesso processo. È essenziale che la giustizia sia assicurata in modo imparziale ed equo, rispettando i diritti di tutti e garantendo che la verità prevalga. Si tratta di una delle maggiori sfide che le autorità giudiziarie congolesi si trovano ad affrontare e il modo in cui verrà gestito questo caso avrà ripercussioni significative sulla credibilità e sulla legittimità del sistema giudiziario nel suo complesso.