Fatshimetrie: viaggio artistico attraverso l’Africa e oltre

Fatshimetrie: Le impressioni di una generazione nata libera

Nell’ambito della celebrazione dei 30 anni della democrazia sudafricana, la mostra intitolata “Born Free: Generation of Hope” offre uno sguardo commovente sulla vita della prima generazione sudafricana nata dopo l’apartheid. Presentata dal Museo dell’Apartheid e dalla Fondazione Nelson Mandela, questa accattivante mostra fotografica del fotografo olandese Ilvy Njiokiktjien, sotto la direzione dei curatori Neo Ntsoma e Azu Nwagbogu, mette in luce la vita quotidiana, le lotte e le aspirazioni di questa generazione nata libera.

Attraverso l’obiettivo di Njiokiktjien, i visitatori hanno l’opportunità di esplorare il mix di ottimismo, sfide e resilienza affrontati dalla generazione nata dopo l’apartheid. Oltre alle fotografie, la mostra include un documentario che guida le conversazioni sul percorso del Sud Africa verso l’uguaglianza e la giustizia.

In un registro artistico completamente diverso ma altrettanto accattivante, la casa d’aste Strauss & Co presenta durante la settimana delle aste di settembre il dipinto “Balinese Girl” di Vladimir Tretchikoff, stimato tra i 5 ei 7 milioni di rand. Famoso per il suo uso audace del colore e per i suoi soggetti sorprendenti, Tretchikoff offre con questo ritratto un’opera accattivante, caratterizzata da una tavolozza di blu e verdi, che riflette il suo talento artistico e il suo attaccamento all’Asia.

Bina Genovese, amministratore delegato di Strauss & Co, sottolinea l’eleganza e la sicurezza che trasuda dal ritratto, testimonianza della maestria dell’artista. Questo dipinto riflette anche la comprensione sfumata di Tretchikoff della cultura asiatica, consolidando ulteriormente il suo status di icona artistica.

Infine, un evento artistico di respiro internazionale arriva nel continente africano con la 35esima edizione della Bienal de São Paulo, intitolata “Coreografie dell’Impossibile”. Per la prima volta, questa biennale si terrà a Luanda, in Angola, evidenziando i forti legami tra Brasile e Angola e fornendo allo stesso tempo un potente scambio culturale.

Sotto la direzione dei curatori Diane Lima, Grada Kilomba, Hélio Menezes e Manuel Borja-Villel, questa mostra mette in risalto il lavoro di otto artisti, esplorando temi di identità, memoria e trasformazione attraverso vari mezzi come film, fotografia e performance. Un’occasione unica per immergersi in un universo artistico che trascende continenti e storie, invitando gli spettatori a ripensare le possibilità dell’impossibile.

“Coreografie dell’Impossibile” celebra così i legami culturali tra Brasile e Angola, offrendo una profonda riflessione sulle possibilità artistiche che emergono dalla diversità e dalla ricchezza degli scambi interculturali.. Dal Sud Africa all’Angola passando per il colorato universo di Tretchikoff, l’arte continua a tessere legami tra le persone e provocare profonde riflessioni sul mondo che ci circonda.

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