“Come salvare la Repubblica Democratica del Congo di fronte alla minaccia della balcanizzazione e alla crisi politica”
La Repubblica Democratica del Congo sta attualmente attraversando un periodo critico della sua storia. Le recenti elezioni sono state segnate da proteste, mettendo a repentaglio l’integrità territoriale del Paese. Inoltre, le frustrazioni elettorali hanno esacerbato le tensioni e minato la coesione nazionale. Di fronte a questa situazione allarmante, è essenziale trovare soluzioni per salvare la nazione congolese.
La prima cosa da evidenziare è la nuova aggressione subita dalla RDC da parte del Ruanda, con il sostegno complice di alcuni paesi cosiddetti “amici” e partner tradizionali come Stati Uniti, Francia, Belgio, Gran Bretagna, Germania, Polonia, Israele, Canada, tra gli altri. Questi attacchi sono stati seguiti da massacri di popolazioni civili e saccheggi di minerali nella regione del Kivu. La comunità internazionale, comprese le Nazioni Unite e l’Unione Europea, appare ipocrita, inattiva e complice nell’imporre una presenza MONUSCO costosa e inefficace, favorendo così i gruppi armati e facilitando l’occupazione del Congo.
È importante riconoscere l’esistenza di una cospirazione internazionale volta a destabilizzare e balcanizzare la RDC al fine di appropriarsi illegalmente delle sue risorse minerarie strategiche. Inoltre, è allarmante constatare la compiacenza di alcuni congolesi nei confronti degli interessi ruandesi e dei loro alleati, così come la loro partecipazione allo sviluppo delle imprese che finanziano la guerra e il loro stesso genocidio. La classe politica congolese appare disorientata e inerte di fronte alla minaccia di balcanizzazione del Paese, mentre l’iperpoliticizzazione della vita nazionale, basata sulla guerra per le cariche e sulla monopolizzazione della sovranità popolare da parte di partiti opportunisti senza progetto della società, peggiora la situazione.
Per porre rimedio a questa crisi, il Movimento degli Attori della Rivoluzione Sociale (MARS) invoca una rivoluzione generale e raccomanda al Presidente della Repubblica di adottare misure coraggiose. In primo luogo, sospendere la partecipazione della RDC alla Carta delle Nazioni Unite finché non metterà fine alla sua ipocrisia nella crisi congolese e cesserà di fungere da strumento di nuova colonizzazione. Annunciare poi il ritiro della RDC dalla Comunità degli Stati dell’Africa Orientale a causa della doppiezza e della complicità dei suoi membri nella guerra imposta al Congo. Inoltre, è essenziale annunciare la rottura diplomatica con il Ruanda, l’Uganda e qualsiasi altro paese che sostiene direttamente o indirettamente il Ruanda e i gruppi armati M23.
È inoltre necessario pretendere il ritiro immediato ed immediato della MONUSCO dal territorio nazionale. La RDC deve inoltre respingere qualsiasi proposta di accoglienza dei rifugiati, siano essi palestinesi o terroristi, perché il Paese è in guerra e non può essere una terra di asilo.. È essenziale chiudere i confini con il Ruanda, l’Uganda e gli altri paesi vicini alleati del Ruanda, nonché rescindere tutti i contratti commerciali e ritirare le licenze minerarie alle società coinvolte nel saccheggio dei minerali congolesi.
È inoltre fondamentale effettuare un’epurazione all’interno dell’esercito, dei servizi di sicurezza e dell’amministrazione per eliminare tutti gli elementi stranieri al servizio del Ruanda e consegnarli alla giustizia. Gli ufficiali dei gruppi armati devono essere degradati e processati per genocidio e crimini di guerra. Allo stesso tempo, è necessario avviare negoziati con nuovi partner per una cooperazione equa, rispettosa della dignità e della sovranità del popolo congolese.
Inoltre, è essenziale creare impianti di lavorazione delle materie prime, come oro, cobalto, litio, niobio, per impedire la fuga dei dividendi delle esportazioni verso i paesi tiranni. La coesione nazionale e l’equilibrio geopolitico devono avere la priorità nella designazione dei rappresentanti delle nuove istituzioni del Paese. Infine, occorre sporgere denuncia contro tutti i responsabili del complotto internazionale volto a balcanizzare la RDC.
In conclusione, la RDC si trova ad affrontare una situazione critica che mette in pericolo la sua integrità territoriale e la coesione nazionale. Per salvare la nazione congolese occorre adottare misure coraggiose e decisive, che vanno dalla rottura diplomatica con i paesi aggressori all’attuazione di misure economiche volte a preservare le risorse minerarie del paese. Solo la mobilitazione generale, la coesione nazionale e la volontà politica impegnata consentiranno di affrontare le sfide che il Congo si trova ad affrontare. È tempo di agire per preservare il futuro della Repubblica Democratica del Congo.