In Senegal, la tensione continua ad aumentare in seguito alla decisione di rinviare le elezioni presidenziali dal 25 febbraio al 15 dicembre 2024. Le autorità e gli oppositori di questo rinvio sono impegnati in una situazione di stallo che non accenna a calmarsi. Sebbene la società civile avesse pianificato una grande marcia a Dakar, questa è stata vietata dal prefetto della capitale, spingendo gli organizzatori a rinviare la manifestazione.
Gli organizzatori, formati da una cinquantina di organizzazioni della società civile, hanno tentato senza successo di ottenere l’accordo del prefetto per un nuovo percorso. Anche durante un incontro con le autorità martedì mattina non è stato raggiunto alcun accordo. Gli organizzatori desiderano rimanere legali ed evitare qualsiasi atto violento. Contano quindi di proporre una nuova data e un nuovo percorso nel corso della giornata.
Questa marcia contro il rinvio delle elezioni presidenziali è un forte simbolo di opposizione alla proroga del mandato del Capo dello Stato. La repressione dei precedenti raduni da parte della polizia, che da venerdì 9 febbraio ha provocato la morte di tre persone a colpi di arma da fuoco, ha rafforzato la determinazione degli oppositori. Le Nazioni Unite si dicono “profondamente preoccupate” per la situazione e chiedono indagini.
Ufficialmente la prefettura ha giustificato il divieto di manifestazione a causa di possibili disagi alla circolazione. Tuttavia, secondo alcune fonti, tra le autorità e alcuni attori politici sarebbero in corso discussioni per trovare misure calmanti. Questo divieto e il rinvio della marcia potrebbero quindi essere collegati a questi negoziati in corso.
Da martedì mattina, inoltre, è sospeso l’accesso a Internet sui cellulari. Questa misura solleva interrogativi sulla libertà di espressione e sul desiderio delle autorità di controllare la diffusione delle informazioni.
La situazione in Senegal resta tesa e il rinvio delle elezioni presidenziali continua a creare tensioni. La società civile e gli oppositori sono determinati a far sentire la propria voce e a respingere qualsiasi proroga del mandato presidenziale. È essenziale monitorare da vicino l’evoluzione di questa situazione e continuare a sostenere gli sforzi a favore della democrazia e dell’espressione dei cittadini.