Sulla collina ispirata, la rabbia di protestare contro l’aggressione ruandese e il lassismo della comunità internazionale di fronte all’insicurezza che dilaga nell’est della RDC è lungi dall’essere diminuita.
Dopo le manifestazioni osservate nel centro della città, dove centinaia di giovani di Kinshasa hanno denunciato la “complicità” della comunità internazionale di fronte alla crescente insicurezza nella parte orientale della RDC, gli studenti dell’Università di Kinshasa hanno manifestato a loro volta per la stesso scopo questo mercoledì 14 febbraio nel campus.
Cantando in lingala “To lingi kimia”, tradotto in francese “Vogliamo la pace”, centinaia di studenti in rivolta hanno marciato attraverso il sito dell’università con striscioni con la scritta: “Monusco fuori, Kagame mobomi, USA fuori”, ecc.
Secondo uno studente della Facoltà di Lettere e Scienze Umane è inaccettabile che il Ruanda possa continuare a uccidere congolesi, davanti agli occhi della comunità internazionale.
“Ne abbiamo abbastanza di questa insicurezza, noi studenti siamo pronti a difendere gli interessi del nostro Paese. È inaccettabile vedere un paese come il Ruanda continuare ad uccidere i nostri fratelli dell’Est… e la comunità internazionale lo sa molto bene, ma non fa nulla”, ha lamentato.
Un altro studente di giurisprudenza incontrato nel campus ritiene che l’insicurezza nell’est del Paese sia una forma di “complicità” di tutte le grandi potenze e che il Ruanda venga utilizzato come burattino per realizzare il loro progetto di balcanizzazione.
La guardia dell’università è riuscita a disperdere gli studenti infuriati, che però hanno continuato ad aumentare e a compiere atti vandalici.
Secondo un comandante della polizia universitaria, occorreva agire per prevenire atti di sabotaggio che potessero derivare dalle buone intenzioni e dal diritto di marcia, dato che, secondo lui, in tali situazioni “gli studenti sono infiltrati da delinquenti provenienti dai quartieri periferici di l’Università di Kinshasa, in particolare Kindele, Mbanza Lemba e Manono”.
Contrariamente agli atti incivili già registrati in occasione di tali eventi, alcune autorità di facoltà hanno preferito sospendere le attività per osservare il giorno annunciato il giorno prima da alcuni studenti.
Altre facoltà, invece, come Scienze Farmaceutiche e Medicina, hanno proseguito le loro attività, ma con cautela.
Questo articolo evidenzia ancora una volta il malcontento degli studenti dell’Università di Kinshasa nei confronti della persistente insicurezza nella parte orientale della RDC e della percepita complicità della comunità internazionale. Queste manifestazioni dimostrano il desiderio dei giovani congolesi di difendere il proprio Paese e chiedono misure per porre fine a questa preoccupante situazione.. È essenziale che la comunità internazionale diventi consapevole di questi problemi e sia maggiormente coinvolta nel garantire la pace e la sicurezza nella regione.