Notizie: La Russia lancia avvisi di ricerca contro funzionari baltici
La Russia ha recentemente emesso carte di perquisizione contro diversi politici baltici, tra cui il primo ministro estone Kaja Kallas. Questi avvisi di ricerca sono giustificati da decisioni percepite dal Cremlino come un insulto alla Storia. Sebbene simbolici, mirano a riaffermare la visione storica unica promossa dalla Russia.
Tra le figure ricercate figurano anche il segretario di Stato estone Taimar Peterkop e il ministro della Cultura lituano Simonas Kairys. Sono accusati di aver distrutto e deturpato monumenti in onore dei soldati sovietici della Seconda Guerra Mondiale.
Tuttavia, questi avvisi di ricerca sono ampiamente visti come provocazioni e insulti ai paesi baltici, che sono indipendenti e autonomi. Secondo Cécile Vaissié, storica specializzata in studi russi e sovietici, questi avvisi di ricerca sono un modo per la Russia di ricordare che questi paesi sono soggetti alla sua legislazione e che fanno ancora parte, in qualche modo, dell’Impero russo.
È importante notare che questi avvisi di ricerca non sono una novità per la Russia. Sono già stati emessi contro cittadini russi e stranieri, come lo scrittore Boris Akunin, noto per aver condannato l’invasione russa dell’Ucraina.
Infatti, più di 96.000 persone sono sulla lista dei ricercati russi, molti dei quali ucraini a causa del conflitto in corso. Tra loro ci sono politici, membri della società civile e persino agricoltori, tutti accusati di vari reati legati al sostegno al terrorismo, alla partecipazione alla guerra o al rilascio di dichiarazioni pubbliche contro il governo russo.
Questi avvisi di ricerca dimostrano il desiderio della Russia di controllare il discorso storico e di reprimere qualsiasi voce dissenziente, anche all’estero. È quindi fondamentale rimanere vigili di fronte a queste restrizioni alla libertà di espressione e sostenere i paesi baltici nella loro affermazione della propria indipendenza e autonomia.