La conquista digitale dell’Africa: questioni di sovranità e sfide del controllo straniero

In questo articolo, l’attenzione si concentra sul controllo straniero delle infrastrutture Internet in Africa e sulle sue implicazioni per lo sviluppo digitale del continente. Il dominio delle aziende straniere limita la sovranità digitale dell’Africa, ostacola la concorrenza locale e amplia il divario digitale limitando l’accesso a Internet a prezzi accessibili. Inoltre, lo sfruttamento dei dati degli utenti africani a scopo di lucro rafforza le disuguaglianze economiche nel continente. Per raggiungere una vera indipendenza digitale, l’Africa deve investire nelle infrastrutture locali e mettere in atto politiche efficaci di governance dei dati, come modelli promettenti come quelli del Kenya e del Ruanda.
Fatshimetrie è oggi interessata a una questione cruciale per l’Africa: il controllo straniero di Internet e delle infrastrutture dati, e le sue implicazioni sullo sviluppo digitale del continente. Mentre l’Africa vede aumentare la propria connettività Internet, la questione della sovranità digitale diventa essenziale per garantire un futuro equo e prospero a queste nazioni.

La spina dorsale di Internet in Africa, compresi i cavi sottomarini e i data center, è in gran parte dominata da società straniere come Google, Meta e altre multinazionali. Questa dipendenza dai paesi stranieri limita la capacità dell’Africa di sfruttare appieno il proprio potenziale digitale, creando quello che gli esperti chiamano “colonialismo digitale”.

Una delle sfide principali è l’elevato costo della connettività Internet in Africa, in gran parte imposto dalle società straniere che controllano l’infrastruttura. I fornitori locali di servizi Internet sono costretti a pagare tariffe elevate per accedere ai cavi sottomarini monopolizzati da queste società, con conseguenti prezzi eccessivi per i consumatori africani. Questa situazione ostacola la concorrenza locale, scoraggia l’innovazione e mantiene l’Africa in una posizione di dipendenza dalle infrastrutture straniere.

Questo stato di cose amplia anche il divario digitale all’interno del continente. L’accesso a Internet a un costo accessibile è essenziale per promuovere la crescita economica, l’istruzione, la salute e lo sviluppo complessivo della società. Sfortunatamente, le popolazioni rurali e a basso reddito sono spesso escluse da questi benefici a causa dei prezzi proibitivi imposti dalle infrastrutture straniere. Questa esclusione ostacola l’accesso all’istruzione online, al lavoro a distanza e all’imprenditorialità digitale, contribuendo così al rafforzamento delle disuguaglianze socioeconomiche in Africa.

Oltre a controllare le infrastrutture, le società straniere sfruttano a scopo di lucro la raccolta di dati sugli utenti africani. Questi dati, diventati una risorsa preziosa, vengono utilizzati per guidare lo sviluppo del prodotto, la pubblicità mirata e le decisioni aziendali strategiche. Tuttavia, questo sfruttamento dei dati va a scapito delle economie locali, lasciando che sia l’Africa a fornire informazioni grezze che vengono poi sfruttate all’estero.

Per superare queste sfide e raggiungere una vera indipendenza digitale, l’Africa deve dare priorità agli investimenti nelle infrastrutture digitali locali e mettere in atto solide politiche di governance dei dati. Paesi come il Kenya e il Ruanda offrono modelli promettenti di controllo locale attraverso normative su misura, consentendo alle nazioni africane di riprendere il controllo del proprio futuro digitale e posizionarsi come attori principali nell’economia digitale globale.

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