Nel cuore dei paesaggi mozzafiato dell’isola di Svalbard, si annida la pittoresca cittadina di Longyearbyen, dove una legge insolita resiste alla prova del tempo. In effetti, è sorprendentemente illegale esalare il proprio ultimo respiro lì. Un fatto intrigante che non manca di suscitare curiosità e sollevare interrogativi.
Longyearbyen, con la sua popolazione di poco più di 2.000 abitanti, presenta un ambiente di vita unico e insolito. Situata oltre il Circolo Polare Artico, questa piccola cittadina norvegese si trova ad affrontare condizioni ambientali estreme, dominate da un clima rigido e da paesaggi caratterizzati dall’onnipresente permafrost.
La legge che vieta la morte a Longyearbyen non riguarda tanto la fine della vita dei residenti, ma piuttosto la preservazione della sicurezza e del benessere della comunità. Infatti, in un ambiente in cui il terreno è costantemente ghiacciato a causa del permafrost, le autorità locali hanno dovuto adottare questo regolamento per ragioni pratiche.
Le sfide poste dal permafrost sono molteplici. La naturale decomposizione dei corpi è fortemente compromessa a causa della temperatura gelida del terreno, rendendo praticamente impossibile la sepoltura. In passato i defunti venivano custoditi in un cimitero locale. Tuttavia, una scoperta allarmante negli anni ’50 evidenziò le conseguenze di questa pratica: i corpi erano straordinariamente ben conservati, suggerendo il rischio di una recrudescenza di malattie gravi come l’influenza spagnola del 1918.
Per alleviare questi rischi per la salute, le autorità di Longyearbyen hanno introdotto una norma che impone ai malati gravi o terminali di lasciare la città per ricevere le cure necessarie altrove. Questa misura mira ad evitare problemi legati alla gestione dei decessi in condizioni in cui la decomposizione naturale dei corpi non è possibile.
Al di là dell’aspetto strettamente legale, questa legge riflette una profonda preoccupazione per la salute e la sicurezza dei residenti di Longyearbyen. Con risorse mediche limitate e un ambiente inospitale, è essenziale garantire le migliori condizioni alla comunità. Vivere a Longyearbyen significa anche accettare le sfide di questo ambiente isolato, duro ed esigente, dove l’adattamento è la chiave per la sopravvivenza.
In definitiva, questa legge unica sulla morte a Longyearbyen testimonia la necessaria armonia tra l’uomo e il suo ambiente. Incarna la costante preoccupazione delle autorità locali per la preservazione della salute e del benessere della comunità, in un contesto naturale straordinario.