Fatshimetrie: Gli ingorghi nel porto di Matadi, un grosso ostacolo per l’economia congolese
Da diversi giorni, una persistente situazione di blocco paralizza le attività nel porto della Compagnia portuale e di pesca congolese (SOCOPE) a Matadi, nella provincia del Kongo-Centrale. All’origine di questo caos logistico, ingorghi senza precedenti sulla strada che porta alle strutture portuali, causati da un massiccio afflusso di veicoli provenienti dall’Angola che effettuano trasbordi lungo il percorso.
Tale congestione è aumentata a seguito dell’entrata in vigore di una misura restrittiva volta a limitare l’attività dei veicoli stranieri all’interno della Repubblica Democratica del Congo, ad eccezione di quelli in transito. Questa restrizione ha avuto un impatto diretto sul flusso di traffico verso il porto di Matadi, creando così una notevole congestione attorno agli impianti SOCOPE.
Le conseguenze di questa situazione sono disastrose, non solo per i lavoratori e i gestori portuali a cui viene impedito l’accesso ai loro luoghi di lavoro, ma anche per gli importatori che subiscono il peso di ritardi e interruzioni nei loro flussi logistici. Di fronte a questo blocco, le voci locali esprimono il loro sgomento e stanno addirittura pensando di abbandonare questo porto a causa di queste ricorrenti disfunzioni.
La reazione delle autorità provinciali non si è fatta attendere a questa crisi emergente. Il presidente dell’Assemblea provinciale del Kongo-Centrale, Papy Mantezolo, si è recato sul posto per valutare la situazione e ha promesso di adottare misure adeguate per risolvere il problema. Ha annunciato in particolare che sarà approvata una risoluzione per porre rimedio a questa paralisi delle attività portuali e ha esortato il governatore provinciale a prendere iniziative per regolamentare la decisione ministeriale che limita la circolazione dei veicoli stranieri.
In attesa di azioni concrete per alleviare la congestione sulla strada verso il porto di Matadi, cominciano ad emergere soluzioni pragmatiche. Tra questi, la proposta di dirigere i trasbordi di veicoli dall’Angola ai porti della città, offrendo così un’alternativa più fluida per gestire questo afflusso di veicoli in transito.
Questa situazione critica evidenzia l’urgenza di ripensare le infrastrutture logistiche e la regolamentazione del traffico stradale intorno al porto di Matadi. In effetti, l’impatto economico di questi ingorghi sulle attività portuali e sul commercio locale non può essere trascurato. È imperativo agire rapidamente e in modo coordinato per evitare che simili disagi si ripetano in futuro, con il rischio di compromettere seriamente lo sviluppo economico della regione e dell’intero Paese.