Il progetto petrolifero in Uganda e Tanzania guidato da TotalÉnergies e CNOOC è stato recentemente bersaglio di accuse di gravi violazioni dei diritti umani da parte di ONG. Queste accuse indicano massicci spostamenti di popolazione, espulsioni pesanti, violenza sessuale e degrado ambientale come parte di questo megaprogetto.
I rapporti pubblicati da organizzazioni come la Federazione Internazionale per i Diritti Umani e Oxfam evidenziano le conseguenze dannose di queste attività petrolifere sulle comunità locali. Le rapide trasformazioni dei siti petroliferi hanno esacerbato i problemi territoriali, ambientali e sociali già presenti, generando così nuovi impatti negativi.
Secondo Sacha Feierabend, ricercatore della FIDH, questa accelerazione delle trasformazioni ha portato a un’intensificazione delle violazioni dei diritti umani. Oltre alle continue questioni legate alla terra, si registrano violazioni dei diritti dei lavoratori nei cantieri edili, violazioni specifiche dei diritti delle donne nelle comunità e una crescente repressione contro i difensori dei diritti umani e dell’ambiente.
Di fronte a queste accuse, TotalÉnergies ha espresso il suo disaccordo e ha sottolineato il suo impegno per il rispetto dei diritti umani, affermando che la trasparenza è al centro delle sue operazioni in Uganda. Tuttavia, le critiche persistono ed evidenziano la necessità che le multinazionali si assumano la responsabilità sociale e ambientale nelle loro attività.
È fondamentale che vengano adottate misure per garantire la tutela dei diritti delle popolazioni locali, la preservazione dell’ambiente e il rispetto degli standard internazionali sui diritti umani. Le ONG continueranno a monitorare da vicino i progressi di questo progetto petrolifero e a far sentire la voce delle comunità colpite, nella speranza di stabilire un dialogo costruttivo e promuovere pratiche più sostenibili ed etiche nel settore energetico.