Un nuovo capitolo per la Siria: la caduta di Assad celebrata da migliaia di persone a Damasco

Un evento storico ha avuto luogo a Damasco, segnando la partenza del dittatore Bashar al-Assad dopo decenni di governo brutale. Migliaia di persone hanno celebrato la liberazione in piazza Omayyade, esprimendo un misto di gioia e sollievo. Nonostante le sfide future, la speranza e la determinazione del popolo siriano segnalano un futuro luminoso per il Paese.
Venerdì scorso, nella piazza degli Omayyadi, nel centro di Damasco, si è verificato un evento di portata senza precedenti. Decine di migliaia di persone si sono radunate per una festa indimenticabile, celebrando un momento che molti pensavano non sarebbe mai arrivato: la cacciata del brutale dittatore Bashar al-Assad.

Per Esraa Alsliman, una studentessa presente in piazza, la celebrazione è stata come un sogno che si avvera. Ha detto alla CNN: “Ho sempre pensato che sarei morta, che i miei figli sarebbero morti, che intere generazioni sarebbero scomparse e che lui sarebbe ancora lì. Pensavo che non sarebbe mai finita”.

Le famiglie portavano i loro bambini con le bandiere dipinte sulle guance. I giovani studenti erano accompagnati dagli anziani. Le donne vestite in modo tradizionale si affiancavano a quelle che indossavano abiti occidentali alla moda. Molti hanno viaggiato attraverso il Paese per partecipare a queste festività.

Migliaia di persone hanno sventolato la bandiera in opposizione a quella del regime siriano: un simbolo utilizzato durante il mandato francese e sostituito da una versione modificata sotto la presidenza di Assad. “Credo davvero che in questo momento ci sosterremo a vicenda, resteremo uniti e raggiungeremo le vette. La Siria riacquisterà il suo posto d’onore nel mondo”, ha detto Alsliman emozionato.

Dopo mezzo secolo di governo incontrastato, la famiglia Assad è stata estromessa dal potere in Siria. I ribelli hanno proclamato la liberazione di Damasco in un comunicato video trasmesso dalla televisione di Stato, costringendo il presidente siriano a fuggire in Russia.

Il mese scorso, migliaia di persone si sono radunate in Piazza degli Omayyadi lo stesso giorno in cui il leader ribelle Abu Mohammad al-Jolani ha dichiarato una “vittoria per l’intera nazione islamica”. Le preghiere del venerdì, considerate il momento clou della settimana islamica, sono state le prime dopo la caduta del regime di Assad. Il primo ministro ad interim della Siria, Mohamed Al-Bashir, ha definito quel momento “la nascita di una nazione”.

Nonostante la gioia diffusa, si notano anche i segnali della fragilità del Paese. La coalizione ribelle che ha preso il controllo della Siria è composta da gruppi con ideologie e obiettivi diversi. Nessuno sa esattamente cosa accadrà dopo.

Uomini armati si sono uniti ai festeggiamenti, alcuni dei quali hanno permesso ai bambini eccitati di posare con i loro Kalashnikov, mentre i bambini mostravano ampi sorrisi e segni di vittoria alle telecamere.

Questo momento decisivo è stato caratterizzato da momenti di tensione. Gli spari festosi si mescolavano all’atmosfera. A un certo punto, sembrava che alcuni membri della folla stessero inseguendo un individuo, prima che l’esultanza riprendesse il sopravvento, con balli, applausi e canti.

Le strazianti testimonianze di persone come Fatima Baghdadi, 80 anni, riflettono decenni di repressione sotto il regime di Assad. Avendo perso un figlio e un nipote storpio in guerra, dice: “Avevo 30 anni quando l’asino salì al potere. Per 50 anni siamo stati oppressi e ho pregato costantemente, chiedendo a Dio di liberarsene. E ora è fatta. Finalmente possiamo respirare.”

In conclusione, la piazza degli Omayyadi a Damasco è stata lo scenario di un evento storico, che ha segnato la fine di un’epoca tumultuosa in Siria. Le sfide che ci attendono sono molteplici, ma la speranza e la determinazione del popolo siriano in quest’era di transizione sono palpabili e indicano un futuro promettente.

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