Soldati nordcoreani sotto falsa bandiera: svelata l’alleanza segreta russo-nordcoreana

In un recente caso denunciato dalle forze speciali ucraine, ai soldati nordcoreani che combattevano per la Russia sono stati consegnati documenti militari falsi contenenti informazioni russe. Questi soldati furono scoperti nella regione russa di Kursk, con documenti contenenti evidenti incongruenze. Il caso evidenzia i tentativi della Russia di nascondere le perdite sul campo di battaglia e la presenza di combattenti stranieri. Le autorità stimano che siano tra gli 11.000 e i 12.000 soldati nordcoreani dispiegati in Russia, che hanno partecipato ad operazioni di combattimento. Sono state segnalate vittime significative tra i nordcoreani, ma né la Russia né la Corea del Nord hanno riconosciuto ufficialmente la loro presenza. Questo caso rivela la complessità dei conflitti contemporanei e gli sforzi per nascondere la realtà delle operazioni militari.
In un recente caso denunciato dalle forze speciali ucraine, ai soldati nordcoreani che combattevano per la Russia sono stati consegnati documenti militari falsi che riportavano nomi e luoghi di nascita russi. La scoperta è stata fatta durante un’operazione nella regione di Kursk, nella Russia occidentale, dove tre soldati nordcoreani sono stati neutralizzati e i loro documenti sequestrati.

Questi documenti di identificazione militare presentavano evidenti lacune, come l’assenza di timbri e foto, i cognomi riportati alla maniera russa e il luogo di nascita indicato come Repubblica di Tuva, una regione russa situata nella Siberia meridionale al confine con la Mongolia. Tuttavia, le firme sui documenti erano in coreano, il che indica chiaramente la vera origine di questi soldati.

Le autorità ucraine hanno sottolineato che questo caso conferma ancora una volta gli sforzi della Russia per nascondere le perdite sul campo di battaglia e oscurare la presenza di combattenti stranieri. Secondo le stime dell’intelligence statunitense, ucraina e sudcoreana, ci sono tra gli 11.000 e i 12.000 soldati nordcoreani dispiegati in Russia, alcuni dei quali hanno già partecipato ad operazioni di combattimento a fianco delle forze russe per riconquistare il territorio di Kursk catturato durante l’offensiva ucraina in agosto.

Queste truppe nordcoreane hanno subito pesanti perdite, con diverse centinaia di morti o feriti, secondo fonti ufficiali. Sono state mosse accuse contro la Russia, accusandola di cercare di nascondere il coinvolgimento dei soldati nordcoreani sul terreno. I rapporti indicano che più di 100 nordcoreani sono stati uccisi e quasi 1.000 feriti dal loro dispiegamento nella regione di Kursk.

Le forze speciali ucraine hanno riferito che in soli tre giorni 50 soldati nordcoreani sono stati uccisi e 47 feriti mentre combattevano a fianco delle truppe russe a Kursk. Un’unità ucraina ha anche riferito che i nordcoreani, indossando uniformi diverse da quelle russe, hanno lanciato attacchi di fanteria utilizzando tattiche risalenti a 70 anni fa, in riferimento alla guerra di Corea.

Né Mosca né Pyongyang hanno mai riconosciuto ufficialmente la presenza di soldati nordcoreani in Russia. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha denunciato i tentativi della Russia di coprire le perdite dei soldati nordcoreani sul campo di battaglia, arrivando al punto di utilizzare tattiche estreme per alterare l’identità dei soldati nordcoreani uccisi.

In un clima di crescente tensione, le prove tangibili della presenza di soldati nordcoreani in Russia sollevano interrogativi sulle alleanze e sulle azioni sul terreno. Questa vicenda mette in luce le complesse questioni dei conflitti contemporanei e gli sforzi compiuti per nascondere la realtà delle operazioni militari.

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